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Presepi nella natura, a Cherasco sono incastonati nei tronchi del viale dei Platani

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - "Mentre passeggiavo sul viale dei Platani a Cherasco (Cuneo), nei pressi del castello visconteo, godendone la singolare bellezza, è lì che mi è venuta la folgorazione: perché non allestire un presepio in natura come nelle altre città vicine? I nostri giganteschi platani segnati dal tempo con quelle cavità naturali sono le grotte ideali per accogliere le Natività!".

E' Maria Mesiano a raccontare, nata nel 1976 a Capistrano, un paese in provincia di Vibo Valentia, che ha lasciato vent'anni fa per trasferirsi a Cherasco. Maria insegna alle scuole primarie Edoardo Mosca di Bra: è evidente che la vicinanza con i bimbi l'ha ispirata per coinvolgerli nell'allestimento dei presepi.

Continua: “E pensare che quando vidi per la prima volta il viale dei Platani era un gelido giorno di dicembre, mi impressionò così tanto il drammatico scenario: gli alberi avevano appena subito la capitozzatura, quindi alterati nella loro forma naturale, e i rami completamente spogli erano eretti verso il cielo cupo, quasi come un grido d'aiuto. Così li battezzai: gli alberi che urlano".

Come hai divulgato il progetto dei presepi?

"Ottenuto il consenso dell'Amministrazione, da semplice cittadina, ho lanciato l'evento sui social creando la pagina Facebook 'I presepi di Cherasco', dove si trovano tutte le informazioni, e un continuo aggiornamento sulla manifestazione, patrocinata dalla città di Cherasco, che dura fino al 9 gennaio 2022".

Come insegnante ti occupi dei bambini, in che modo hanno reagito?

"Puoi immaginare la loro gioia. E' bello accoglierli con le famiglie mentre allestiscono la Natività. Corrono entusiasti lungo il viale alla ricerca della cavità migliore, è una vera festa! Le famiglie si ritrovano, come comunità condividono la magia del Natale e celebrano il profondo significato mistico della natività. I bambini si avvicinano alla natura, la osservano, e con la loro fervida immaginazione, tra luci e ombre, intravedono volti umani o animali. E poi c'è il momento della progettazione e della la costruzione che avviene in ogni famiglia, la creatività si manifesta anche con l'utilizzo di materiali di recupero trovati in casa. Oppure c'è chi predilige il presepe tradizionale, spesso tramandato in famiglia. Il vero significato dell'evento è che le famiglie di Cherasco insieme ai bambini creino un presepe da donare alla propria città".

C'è un episodio che ti ha particolarmente colpito?

"L'anno scorso mi ha commosso il presepe allestito da una neo mamma, che ha voluto condividere la gioia della nascita nel pieno periodo di Covid, inteso come augurio di buona vita, di buon auspicio per il futuro di tutti bimbi nati durante la chiusura".

Cosa ti ha gratificato?

"Oltre al prosieguo della manifestazione, quest'anno siamo alla quarta edizione, l'interessamento del Comune di Cherasco che ha patrocinato l'evento e offerto premi per i presepi più originali, a cui si sono unite altre associazioni come il Gusta Cherasco e diverse aziende locali, tra cui la Brc e Caffè Revello".

Maria si esprime con voce sottile, intervalla il discorso con giuste pause, si evince l'attitudine all'insegnamento, l'attenzione e la sensibilità verso i bambini. Scegliamo insieme le fotografie che ha scattato per pubblicarle, il suo è un reportage accurato, denota la confidenza con la macchina fotografica che porta sempre con sé: una compagna per condividere e cogliere immagini suggestive.

Maria ha ricevuto un riconoscimento alla mostra della Biennale Femminile di Bra del 2018. Ha esposto con successo di pubblico, la raccolta delle sue fotografie nella chiesa di San Gregorio di Cherasco.

Discorrendo, ci soffermiamo sulla sua predilezione nel fotografare contadini di Langa mentre lavorano la terra, come i pescatori di Capistrano, il suo paesino d'origine, mentre tirano in secco le imbarcazioni.

Sopperisce alla nostalgia facendo una liaison fotografica tra la terra del Piemonte e il mare della Calabria. Gli occhi scuri e profondi di Maria riflettono la malinconia per la lontananza dal mare, dalle spiagge e dagli usi e costumi del suo paesino d'origine.

Fiorella Avalle Nemolis

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