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Pop Art tra Cherasco e Busca: 150 opere e un solo grande racconto da Warhol a Nespolo

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CUNEO CRONACA - Fino al 22 febbraio 2026 le sale di Palazzo Salmatoris, la chiesa di San Gregorio a Cherasco e le sale di Casa Francotto a Busca, ospitano contemporaneamente la mostra dedicata al grande movimento della Pop Art. 

Palazzo Salmatoris con la chiesa di San Gregorio a Cherasco e Casa Francotto a Busca, attraverso oltre 150 opere, in un continuum espositivo, affrontano un viaggio vibrante attraverso la Pop Art: un movimento che ha rivoluzionato il panorama artistico del XX secolo.

Nata tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, la Pop Art ha sfidato le convenzioni, ha sovvertito le gerarchie estetiche trasformando il quotidiano in straordinario e rendendo l'arte accessibile e immediata.

L’originale progetto, curato da Cinzia Tesio con la direzione di Riccardo Gattolin, prevede due mostre complementari di carattere internazionale con le opere dei più importanti artisti pop.

Partendo dall’analisi del Nouveau Réalisme teorizzato in Italia e Francia dal critico Pierre Restany con opere prestigiose esposte di Arman, César e Spoerri, la narrazione continua con un’ampia rassegna di artisti americani, con opere di Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Robert Rauschenberg e Robert Indiana.

Non manca un’ampia pagina dedicata alla via italiana della Pop Art con autentici capolavori esposti: i romani Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli ma anche autori di indiscussa caratura internazionale come Valerio Adami, Ugo Nespolo ed Emilio Tadini.

La chiesa di San Gregorio ospiterà, con il progetto “ICONS”, un’ampia esposizione delle nuove tendenze Pop, con un importante corpo di opere della Cracking Art.

Le opere presentate, di cui molte inedite, provengono da collezioni private e da gallerie d’arte pubbliche e private di respiro internazionale.

Il percorso di narrazione della mostra offrirà allo spettatore la possibilità di rivivere, grazie anche ad un ricco apporto documentale, l’effervescente clima di ricerca artistica che pervase quegli anni, cogliendone in maniera naturale la vivacità, la forza innovativa e riconoscendone l’eredità critica e visiva rintracciabile nella contemporaneità.

A Palazzo Salmatoris a Cherasco il visitatore potrà trovare una importante opera unica, un vero e proprio gioiello di Andy Warhol “Marella Agnelli” del 1973 oltre alle iconiche Marilyn, Mao, Flowers e Campbell’s Soup.

Affiancheranno l’artista di Pittsburg altri fuoriclasse della Pop Art Americana tra cui Roy Lichtenstein rappresentato al meglio con un’opera del 1965, Indiana con un imponente tappeto “Love” e Mel Ramos con una importante tela del 1968.

La Pop Art italiana vede in prima linea la Scuola Romana con un nutrito corpus di opere anni ’60, tra cui spicca una rara “Oasi” di Mario Schifano del 1967, Tano Festa con “La cacciata dal Paradiso” del 1969 (opera monumentale di quasi 4 metri), “Frammento di Grande Ala” di Franco Angeli del 1965, il gesto tipico “JFK” di Sergio Lombardo e una museale tela di Sergio Mauri “The end” del 1970.

La Pop Art milanese e le nuove tendenze pop italiane degli anni ’60 sono rappresentate da opere di Enrico Baj, di cui segnaliamo “Gian Battista della valle di Venafro” del 1964, Lucio Del Pezzo con opere anni ‘60, Aldo Mondino con una “American Flag” realizzata con i cioccolatini di Peyrano e per finire uno storico Ugo Nespolo del 1974 “Oriente” che rappresenta appieno la capacità narrativa Pop.

Il Nouveau Réalisme vede in esposizione la fondamentale opera a quattro mani Warhol/Arman “Poubelle frozen civilization”, carica di valori critici ed emotivi nei confronti della società consumistica, ma anche un’opera di Rotella del 1960 “Con occhio falso” e opere datate di Hains, Cesar, Spoerri e Christo.

La chiesa di San Gregorio a Cherasco, da poco restaurata e adibita ad esposizioni d’arte, con il progetto “ICONS” ospita una ricca sezione dedicata alla Cracking Art con le celeberrime “Plastiche” di grandi dimensioni (I Suricati, le Chiocciole, il Delfino) ma anche un’ampia visione sugli artisti pop contemporanei da Marco Lodola con le sue installazioni illuminate, all’ironico pop di Luca De March, alle opere citazioniste pop di Maifo e Renè.

Non meno importante qualitativamente e numericamente l’esposizione a Casa Francotto a Busca.

Warhol è rappresentato da un acrilico su tela “Mao”, rarissima tela pezzo unico, ma anche da un autoritratto e da un ritratto di Keith Haring.

Anche qui l’artista americano sarà affiancato da Roy Lichtenstein, rappresentato al meglio con un’opera del 1975, Indiana con la “The Berlin Series”, Robert Rauschenberg e Jim Dine.

La Pop Art italiana vede la scuola romana con una rara “Composizione dedicata a Balla” del 1964 di Mario Schifano, Sergio Lombardo con il gesto tipico “La Pira” e una museale opera di Mario Ceroli del 1969.

La Pop Art milanese e le nuove tendenze pop italiane degli anni ’60 sono rappresentate da opere di Enrico Baj, di cui segnaliamo “Il giardino” del 1958, ma anche Lucio Del Pezzo, Aldo Mondino con un’opera degli anni ’60.

Un focus particolare verrà riservato alla pop con connotazioni di particolare impegno politico e sociale rappresentata da opere storiche e fondamentali di Sapari, De Filippi e Baratella.

Il Nouveau Réalisme anche a Busca è rappresentato da opere di rilievo, partendo da Arman con più accumulazioni, una “Compression” di Cesar e Villegle.

“La mostra sulla Pop Art propone, nella sua costruzione, una chiave di lettura particolare e che crediamo interessante, che abbiamo precedentemente usato per le mostre di grande successo dedicate a Fontana, Picasso e Mirò. Non vogliamo fornire risposte preconfezionate, desideriamo incuriosire lo spettatore con un alto grado di confronto dialettico tra le opere dei Maestri POP e la contemporaneità del fare artistico", dice Cinzia Tesio, curatrice della mostra insieme a Riccardo Gattolin.

La rassegna rappresenta un percorso di collaborazione artistica e culturale tra i Comuni di Busca e Cherasco che negli anni si è consolidata e rafforzata, una collaborazione capace di portare arte di qualità e progetti di alto livello nazionale su un territorio già ricco di tradizione e cultura del bello.

Senza dimenticare i laboratori didattici e i rapporti con le scuole del territorio e non solo che saranno capaci di diffondere nelle famiglie, attraverso i ragazzi studenti, l’esperienza del bello, l’analisi critica e la comprensione “dell’altro”.

Tutte le informazioni andando su sbampopart.it.

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