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Parchi urbani per combattere il cambiamento climatico: anche Savigliano può averne uno

SAVIGLIANO

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GUIDO CHIESA -  Il cambiamento climatico imporrà senza alcun dubbio alcuni cambiamenti nelle nostre abitudini. In particolar modo per chi abita nella Pianura Padana. Vuoi per l’aumento della temperatura, vuoi per l’elevato tasso di inquinamento dell’aria. Già ora l’uso delle autovetture è limitato per alcuni giorni nelle grandi città. Con il peggiorare delle condizioni è probabile si debba arrivare, in un futuro non troppo lontano, al blocco del traffico in aree ben più vaste. Se la previsione è corretta, diventa essenziale che il cittadino possa trovare spazi di vita, di sfogo, di sollievo nella città stessa dove vive, senza aver bisogno, come fa ora, di prendere l’auto e percorrere decine, o anche centinaia di chilometri per trovare luoghi di ristoro e di benessere.

A Savigliano, in provincia di Cuneo, questa considerazione porta a guardare i due fiumi che lambiscono la città con uno sguardo diverso. Lo stesso sguardo con cui nelle altre città d’Europa - che non hanno la fortuna di avere montagne o mare a distanze ragionevoli - hanno guardato i loro fiumi. Coloro che hanno viaggiato avranno infatti notato che, quasi dappertutto, le aree intorno ai fiumi sono aree verdi attrezzate, o veri e propri parchi naturali, nei quali un largo numero di cittadini passa parte del loro tempo libero. In questa ottica, anche a Savigliano potremmo pensare, tanto per incominciare, ad un Parco del Maira. Una fascia verde che corre lungo tutto il torrente, da sud a nord, con prolungamenti a monte verso Vottignasco, con il sentiero Tortone, e a valle verso Cavallermaggiore, con il sentiero Pacifico.

Per avere un parco al pari delle altre città d’Europa ci vorranno molti anni, come ci sono voluti decine di anni nelle città inglesi, francesi o tedesche. Ma prima di tutto ci vorrà un progetto condiviso da tutta la cittadinanza, che lo dovrà assumere come un obiettivo di tutti, per loro stessi e per le generazioni future. Questa volontà dovrebbe innanzitutto esprimersi con la decisione di non consentire più, assolutamente, la costruzione di nuovi edifici lungo tutto il torrente. Né di consentire ampliamenti delle costruzioni esistenti. Cosa che è stata permessa in tempi non lontani. In secondo luogo di fare tutte le opere necessarie per consentire la percorribilità delle sponde nel tratto cittadino, in sicurezza e senza soluzione di continuità. Cercando di valorizzare quanto di bello già esiste e di eliminare le brutture disseminate lungo il percorso.

A questo proposito basterebbe tracciare sulla planimetria della città la traccia del percorso pedonale che potrebbe essere realizzato per individuare facilmente dove intervenire e quali opere realizzare. Ci si renderebbe subito conto che non sono né cose impossibili, né di costo spropositato, con un risultato tuttavia già di notevole interesse. La terza fase potrebbe consistere nel collegare mediante un ponte pedonale in legno la sponda destra del torrente con la sponda sinistra in corrispondenza dell’esistente parco denominato "Parco Re Cit", attualmente in stato di semi abbandono, in modo da facilitare il suo utilizzo da parte della cittadinanza. Che in seguito potrebbe essere oggetto di riforestazione piantando quegli alberi che ogni anno debbono essere messi a dimora in onore dei nuovi nati. Potrebbe anche essere ampliato verso la Sanità che, a questo punto, potrebbe essere facilmente raggiunta a piedi restando sempre nel verde. Potrebbe infine essere attrezzato con casette per l’attività di bird-watching sì da renderlo una attrattiva naturalistica unica nella provincia di Cuneo. 

Guido Chiesa

(Immagine tratta dal sito del Comune di Savigliano)

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