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Muri e murales: così Giò Botta porta in giro per Bra la bellezza e la generosità della pittura

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - E' mattina presto, con la temperatura sopportabile percorro lentamente strada Crossasca a Bra, in provincia di Cuneo. Scorgo in lontananza un'auto parcheggiata sul bordo strada: il portellone del baule alzato mostra un piccolo studio pittorico ambulante ordinato e ben disposto: latte di colore, pennelli, stracci e, posata per terra, una scaletta.

C'è una figura accanto: pantaloni corti blu, maglietta e berretto bianco, scarpe da ginnastica, tenuta sportiva di chi cammina all'aria aperta. Invece, avvicinandomi, noto che gli indumenti sono schizzati di colore. E' Giovanni Botta, l'artista braidese intento a dipingere un murale. Con i piedi posati su uno straccio bianco per non sporcare (sempre preciso e rispettoso) Giò sta pitturando la parete.

E' assorto e ispirato. Sono certa che sta dialogando mentalmente, con quelli che lui definisce gli artisti veri: Leonardo da Vinci, Amedeo Modigliani, Piero della Francesca, Pablo Picasso, Sandro Botticelli, Tamara de Lempicka, Claude Monet e Johannes Vermeer. E' in buona compagnia. Mi avvicino.

Ciao Giò, ormai sei di casa in questa via, non ti sono bastati i piloni che hai decorato? Adesso anche i muri?

"Sì, è dal 4 dicembre che quasi ci vivo! Ho ritratto i volti di dieci personaggi da non dimenticare, come Madre Teresa di Calcutta, Falcone Borsellino. Ho iniziato anche un tributo a figure del Rinascimento: Michelangelo, Raffaello, Botticelli, sto ultimando il Bernini".

E questo muro spoglio? Chiedeva pietà!

"Quando ho visto questo muro bello grande, circa 10-11 metri, ho chiesto il permesso per dedicarlo a celebri donne della pittura, raffigurando i loro ritratti, come: Tamara de Lempicka, al centro la Primavera del Botticelli, una donna di Picasso, la Dama dell'ermellino di Leonardo Da Vinci. Mi inventerò il modo di legarle in modo armonico l'una all'altra".

Lo sguardo di Giò - intanto che parla - si volge all'infinito, prevedo qualche sorpresa.

"Però ti svelo una curiosità". Infatti, eccolo che arriva. "In questi quadri inserirò due volti un po' nascosti nei ritratti delle donne, da individuare osservando con attenzione. Come un gioco, un vedo-non vedo. L'ho pensato per i bimbi che si incuriosiscono, in particolare c'è Francesco, al quale mi sono affezionato, che abita in questa zona, e si ferma spesso ad osservarmi e si appassiona alla pittura. Anche nel percorso rinascimentale che ho in corso, ho inserito il volto nascosto di Raffaello e di Michelangelo, nei rispettivi tributi a loro dedicati. Sarà divertente scovarli".

Altri progetti? Sorride e mostra i denti davanti sporgenti che rosicchiano le novità.

"Per il 4 dicembre, un anno esatto dall'inizio di questo percorso pittorico in via Crossasca, mi piacerebbe organizzare un ritrovo, qui sul posto, rivolto a tutti gli appassionati di pittura, in particolare ai ragazzi, per divulgare come sia appagante donare ore di lavoro per abbellire la città".

Ringraziamenti da fare?

“Sono tanti. In particolare ai volontari della Comunità Laudato Sì, che si sono occupati di ripulire la zona, senza il loro intervento non sarebbe stato possibile lavorare. Compresa Bruna Sibille, consigliera dell'amministrazione di Bra, nonché consigliera regionale, che ha affiancato i volontari, un ringraziamento va anche al sindaco Gianni Fogliato. Per non dimenticare nessuno, un grazie va a tutti coloro che hanno donato il loro tempo per abbellire questa zona della città".

Lascio Giò al suo murale, torno a casa considerando che il dono della bellezza, ognuno a suo modo, chi dipingendo, chi spazzando e ripulendo, è un incoraggiamento a prendersi cura dell'ambiente e quindi di tutti noi.

Fiorella Avalle Nemolis

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