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Post Covid-19: il medico di base a Lesegno torna con entusiasmo al lavoro dopo 54 giorni

MONDOVì

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SERGIO RIZZO - "La mia avventura è iniziata il 20 marzo – spiega Luigi Raia, medico di base dei Comuni di Lesegno e Ceva –. La prima preoccupazione, visto il lavoro, è stata comunicare al sindaco di Lesegno la mia positività, mentre al Comune di Ceva veniva data notizia ufficialmente come da disposizione di legge. Dopodiché è iniziato il mio travaglio, un isolamento durato 54 giorni. Un periodo lungo, estenuante. Per fortuna i colleghi mi hanno sostenuto per la parte clinica, medicina a Ceva e Dea a Mondovi. Nel momento in cui pensavo andasse tutto bene e speravo in un pronto rientro, ho avuto la sensazione di dispnea. Quando facevo una rampa di scale per raggiungere il Dea, evidenziavo i classici segnali Covid-19 al polmone, per cui la preoccupazione e l’ansia per l’evoluzione della patologia hanno segnato i miei giorni di isolamento.

Tanti, ma proprio tanti pazienti e amici mi sono stati vicino. Posso ricordare il pizzaiolo che mi ha lasciato la pizza fuori dal cancello di casa mia, la spesa, le manifestazioni di affetto. Non sono mancati i momenti di paura e di crisi dove, non mi vergogno a dirlo, ho anche pianto, perché non sai dove possa portarti questo virus, mentre le notizie di tanti colleghi caduti, di cui due per conoscenza personale, non facevano che aggiungere preoccupazione. Posso dire che non mi sono mai rammaricato per le visite fatte, in cui probabilmente mi sono infettato. Ci sarei andato comunque, purtroppo, con i pochi presidi in possesso.

Si dice che il territorio sia mancato. È vero, ma se ci fossero stati i Dpi nessun medico si sarebbe rifiutato. Voglio spendere due parole per il Dea di Mondovi. Arrivi con l’ambulanza e dopo i primi controlli, attraversi la porta di vetro e sei solo come tanti altri sospetti Covid. Ahimè tanti anziani, e vedi questi angeli vestiti di bianco di cui non scorgi i visi, ma intercetti il loro sorriso, il loro darsi senza se e senza ma, e solo una volta di spalle leggi i loro nomi. Medici che con competenza, e soprattutto con tanto cuore avvicinano i pazienti che in quel momento vivono la solitudine e la paura di una malattia sconosciuta. Dopo 6 tamponi finalmente il primo negativo e subito dopo il secondo. Da lunedì ho ripreso con l’entusiasmo di sempre il mio lavoro che mi è davvero mancato tanto. La paura è alle spalle ma si procede con tanta prudenza".

Sergio Rizzo

(Nella foto: il dott. Luigi Raia)

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