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Il virus prima o poi si arresterà, ma noi dobbiamo fermare la folle corsa verso il disastro climatico

CUNEO

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GUIDO CHIESA - Qualcuno ha scritto, molto efficacemente che "il problema non è tornare alla normalità. E' la normalità ad essere un problema". Condivido al cento per cento. I credenti direbbero che questa pandemia è il segnale che il Signore ha inviato all'umanità tutta affinché si decida a cambiare strada. A frenare la folle corsa di uno sviluppo non sostenibile che può portarci solo al disastro. Come ci ammonisce ormai il 99,9% degli scienziati di questa terra.

Non sono un credente, ma sono assolutamente d'accordo con loro: questa pandemia è un segnale, temo l'ultimo, per costringerci a rispettare gli accordi di Parigi per contenere entro i 2° l'incremento della temperatura media del globo. Un incremento superiore scatenerebbe delle reazioni incomparabilmente peggiori della pandemia.

Infatti, se al virus prima o poi un rimedio si troverà, ai cambiamenti climatici non ci sarà rimedio. I bisogni, talvolta fittizi, della popolazione crescono infatti molto più in fretta di quanto le nuove tecnologie possono offrire. Anche perché molte ricerche sono indirizzate a scopi deleteri per l'umanità. O per lo meno inutili.

Questo è il primo insegnamento da trarre dalla pandemia: indirizzare tutte le ricerche, scientifiche, in campo sociale e economico, al preciso scopo di rallentare quanto più possibile la nostra folle corsa verso il disastro.

Guido Chiesa

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