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"Ho invitato 30 amici di Cuneo a parlare di politica: sono venuti in 3, che ringrazio!"

CUNEO

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"Cari amici, quello che vi propongo è un tentativo di uscire da un sistema di comunicazione oggi molto diffuso, e cioè quello di comunicare, soprattutto con se stessi. Sul presupposto (molto credibile) che sia molto difficile - ed in certe situazioni - impossibile far cambiare le idee degli altri con le nostre, la comunicazione che noi facciamo finisce per essere rivolta a chi ha le nostre stesse idee.

Io ho un'esperienza personale di questo vero e proprio blocco comunicativo. E’ noto, per chi mi conosce, che spesso intervengo in conferenze, comizi e discussioni in genere quando è il momento dell’apertura al dialogo con il pubblico. Sto perdendo questa abitudine perché guardando l’uditorio che partecipa a questi momenti di comunicazione pubblica, mi rendo conto dell’inutilità dei miei eventuali interventi critici od anche solo interrogativi.

Ciò non per paura di essere considerati avversari delle tesi sostenute dai comunicatori e recepite dai comunicati, ma semplicemente per la acquisita consapevolezza dell’inutilità di questi miei interventi. In parole povere, dalla constatazione che qualsiasi argomento fossi in grado di contrapporre alle tesi sostenute dai presenti non smuoverebbe di un millimetro le idee di questi presenti. Va anche segnalato che il pubblico in materia di politica, come anche in materia di filosofia, letteratura, storia, arte si divide in “parrocchie” che non comunicano, che hanno i propri pastori di cui vanno ad ascoltare solo le loro prediche.

La mia iniziativa di costituire questo circolo di informazione e critica politica è diretta a rompere questo modo, oggi molto diffuso, di comunicazione che si risolve a parlare solo con chi la pensa come noi e quindi sostanzialmente a parlare con noi stessi, di diventare autoreferenziali e quindi antipolitici al massimo possibile. Il circolo, invece, vuole essere una stanza di compensazione tra idee ed esperienze diverse alla ricerca del modo di raggiungere, anche tra soggetti diversi per idee politiche, religiose, o per esperienze personali diverse, una concordanza su alcuni fatti e relative conseguenze degli stessi.

In questa primo incontro ho voluto verificare se c’è qualcuno che ritiene di condividere questo mio intento, ed in tal caso, arricchirlo anche modificandolo, adattandolo in funzione del miglior risultato possibile. Caro Amico, vuoi sapere come è finita? Della trentina degli invitati sono venuti a trovarmi all’appuntamento tre persone. In questa situazione, la mia nuova utopia finisce lì! E non è la prima volta...".

Antonio Sartoris

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