Meteo Radio Stereo 5 Euroregion Facebook Twitter Youtube Linkedin

Per quarant'anni il mio mondo colorato tutto racchiuso nel negozio "Map" di Bra

BRA

Foto
Condividi FB

FIORELLA AVALLE NEMOLIS - All'alba mi avvolge un vortice di ricordi: inutile friggere nelle lenzuola troppo calde e rivoltarmi come una frittella.

Facciamola finita, scendo e affronto i pensieri rumorosi che si pigiano e ostruiscono la mente.

Il 7 giugno 2013 Marzio ed io tirammo giù la serranda del nostro negozio Map, in via principi 39, a Bra, in provincia di Cuneo.

Che sarà mai? Rigurgito del passato? Rimpianto? Nostalgia?

E allora, cos'è? E' l'amore che rimane.

Sicché sfoglio con animo sereno il libro dei ricordi che fanno tanto fracasso: eccoci immortalati davanti al negozio Map, con gli amici a chiudere le serrande, insieme ad un capitolo di vita: 45 pagine, fitte, fitte, una per ogni anno.

Io immortalata con quel buffo cappello a cono tinta arancio, (mi piace passare inosservata), con quella punta così esagerata, che quasi tocca il cielo, tanto alta, da impedirmi di salire auto. Piuttosto vado a piedi!

Dò una centrifugata ai ricordi annacquati, ah ecco, questo è limpido e vivido.

Era un giorno come un altro dell'anno 1971. Un dopopranzo con zia Isa e Marzio, passando sotto i portici di via Principi di Piemonte, a Bra, scorgemmo tre serrande giù.

Si notavano tra tutte le vetrine dei negozi aperti.

Due sul davanti e una d'angolo, accanto al passo carraio del condominio.

Eravamo all'altezza del numero 39.

Ignara che proprio a quel numero 39, sotto i portici di via Principi, avrei trascorso più di 40 anni della mia esistenza.

Sicchè Zia Isa, in quel periodo soggiornava da noi, Marzio ed io, ci fermammo incuriositi. Tutti e tre col naso tra le maglie polverose della serrranda.

Nel locale piuttosto ampio, con scala laterale che conduceva ad un soppalco, c'erano ancora esposte lavatrici e qualche frigorifero. Sì, una decina circa di elettrodomestici nuovi.

Mai venduti. Mai usati. Solinghi.

Che ci faceva un locale così abbandonato? Neanche vuoto. Con quei fantasmi di un bianco polveroso.

Era da un po' che non vedevano un amorevole straccio a ridare loro un po' di dignità: quel bel metallo bianco e lucente, di nuovo.

“Quanto è spazioso!” esclamai mentre guardavo Marzio, che già aveva capito...

Quel nostro negozio "Map", all'epoca sito in via Vittorio Emanuele 26, già me lo immaginavo in un locale così grande, luminoso e in pieno centro. Riparato sotto i portici. Dove c'era lo struscio pomeridiano dei ragazzi. E tutto vetrine!

Ero in piena regia del mio personalissimo cortometraggio: colonna musicale “Pensieri e parole” di Battisti.

Che ne sai di un bambino che rubava...e di un mondo tutto chiuso in una via..., che ne sai!”

Appunto, un mondo tutto chiuso in una via: quello che sarebbe stato il mio.

Io protagonista principale che mi sbizzarrivo ad allestire le vetrine: tre, lunghe e larghe. Che meravigliosa visione.

Non sapevo quanto avrei sgobbato, anzi sbracciato per tenerle sempre lucenti.

Quelle fastidiose impronte digitali altezza bimbi, che battevano le manine sui vetri, per la gioia nel vedere gli accattivanti peluches esposti tutto l'anno nella vetrina d'angolo. Tutta per loro.

Si sa, che dietro un bimbo che strilla e piange per possedere l'oggetto del suo desiderio “etto Snoopy pui”, entra la mamma col portafogli già in mano. Una rendita assicurata. Ne valeva la pena.

E di bimbi ne avrei visti in quarant'anni. Divenuti nel tempo, ragazzi, genitori e poi nonni felici di entrare da Map per comprarsi un bacio dei nipotini, con l'acquisto di un peluche.

E poi, che sollucchero fare qualche pausa seduta nel dehor del bar "La Zizzola" proprio accanto.

Non sapevo che avrei condiviso momenti di vicinato con diversi gestori, forse più di quattro (farò un indagine per il prossimo capitolo).

E poi, vivere la città, con il via vai di tante persone sotto i portici. Un'impagabile vetrina sul quotidiano.

Conoscere, salutare, stringere nuove amicizie, insomma condividere la città. Che meraviglia!

Ma ecco a distogliermi la voce di Zia Isa : “Ricorda Fiorella, il pensiero crea! Che ti costa informarti? Magari lo affittano.”

Non era passata un'ora che già sapevo che il locale era dell'ingegnere Osvaldo Fissore.

“Guarda che non l'affitta. So di molti a cui ha risposto con un bel no!” Mi riferino più persone.

Non mi scoraggiai. Fedele al motto di Marzio nulla è impossibile, basta togliere la im davanti, decisi che l'indomani avrei tentato la sorte.

Era una mattina d'estate come tante altre, quando usciii di casa strillando a Marzio “Vado a suonare il campanello dello studio dell'ingenere Fissoreeeee!”

Non sentii la sua risposta. Ormai avevo deciso.

E come andò? La fortuna aiuta gli audaci, ma questa è un'altra storia...”

Fiorella Avalle Nemolis

VIDEO