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DOGLIANI/ Venerdì 6 la presentazione del libro di Tiziano Gaia “Stappato: un astemio alla corte di re Carlo” 

MONDOVì

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Venerdì 6 settembre alle ore 21 presso il giardino del Palazzo Comunale, ai piedi della Torre dello Schellino, in occasione di “Passaggi a Settembre”, il Comune di Dogliani ha invitato Tiziano Gaia a presentare il suo ultimo libro “Stappato. Un astemio alla corte di re Carlo” (Baldini+Castoldi).

L’autore dialogherà con Gigi Piumatti di Slow Food e con Anna Maria Abbona, produttrice e Presidente della Bottega del Vino Dogliani DOCG.

Si dice “in vino veritas” e Tiziano Gaia con una prosa esemplare così descrive il concetto, che in qualche modo è soggetto e oggetto del tema del libro: “L’essenza del vino è proprio questa, trasformare un uomo che non sa cosa dire in qualcuno che non sa cosa dice, ma dà voce al suo cuore, finalmente libero da ostacoli e pareri. Intrisi dal prezioso nettare le parole riescono sempre, acquistando un significato autentico”.

Questa autenticità si ritrova nel libro di Tiziano Gaia che racconta il  mondo dei vini e di chi li degusta per professione, con tono schietto e pungente alternando autobiografia, coloriti aneddoti, curiose disquisizioni tecniche e riflessioni sulla spettacolarizzazione dell'enogastronomia. 

La sua esperienza da «paura e delirio a Slow Food» sotto l’egida del carismatico fondatore, - il re Carlo del titolo- gli anni di coinvolgente apprendistato, la descrizione della giornata tipo in veste di degustatore per Vini d’Italia, una maratona di un centinaio di assaggi quotidiani per tre mesi l’anno, fino ai vividi ritratti delle figure più importanti della viticoltura italiana, l’ascesa del Barolo, i riti contadini e i costumi delle Langhe, tra balòn e partite a tressette, il tartufo e lo storico mercato delle uve di Alba.

Un dissacrante «dietro le quinte» della critica enologica e una storia del vino raccontata in modo originale e sagace, incentrata sulla sua trasformazione in bene voluttuario, spogliato della funzione di bene primario e dunque potenzialmente inutile, ma a cui l’Autore riconosce la straordinaria  capacità di essere eco e riflesso, se non addirittura anticipatore dei cambiamenti socio-culturali del nostro tempo.

Tiziano Gaia

Nato a Torino nel marzo del 1975, ma originario di Castellinaldo, vicino ad Alba, in gioventù ha ideato e diretto diverse iniziative culturali, tra cui “Cantè j’euv Roero” dal 2000 al 2004; dal 2000 al 2008 si è occupato delle pubblicazioni e degli eventi del movimento internazionale Slow Food, in particolare ha ricoperto il ruolo di vice curatore della Guida Vini d’Italia Slow Food-Gambero Rosso e di curatore della Guida degli Extravergini. È stato il primo direttore della rivista storica “Roero. Terra ritrovata”, promossa da Carlin Petrini nell’ambito del progetto nazionale “Presidi della Memoria” (2008-2010). Nel 2009 ha lavorato all’interno del carcere delle Vallette a Torino, nell’ambito del progetto “Pausa caffè”, In tale occasione ha conosciuto Christian Kouabite, con il quale ha intrapreso un viaggio in Camerun, da cui è scaturito il suo primo libro “Puoi chiamarmi fratello”. 

È tornato poi ad occuparsi di vino collaborando con Joe Bastianich alla stesura di “Grandi vini” nel 2010, entrato nella classifica dei titoli più venduti negli Stati Uniti e ha seguito l’avvio di “Eataly New York”, dove ha gestito l’enoteca di vini italiani per circa un anno. Nel 2013 ha unito la passione per le arti visive e la conoscenza del mondo del vino per dare vita al progetto “Barolo Boys”, il cui film documentario, firmato insieme a Paolo Casalis è uscito nel settembre 2014 in Italia e nel novembre dello stesso anno negli USA. Già premiato come miglior documentario italiano nelle tematiche paesaggistiche e turistiche per l’anno 2014 e presentato in una ventina di Festival internazionali, il film è entrato nella Top 100 di iTunes.

 

 

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