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"Taglio dei faggi nelle Marittime, tutela della natura e dell'economia del boscaiolo"

MONTAGNA

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CUNEO CRONACA - "Vi scrivo, sollecitata dalla lettera inviata da Pro Natura Piemonte, esprimendo un’altra voce sulla tutela dei faggi nelle Alpi Marittime: quella degli abitanti della valle Gesso. Il taglio delle faggete comunali è una consuetudine locale antichissima per la necessità di autoconsumo, quale diritto di uso civico, spettante uti cives e uti singuli. Secondo le consuetudini locali, l’abbattimento viene effettuato prevalentemente nel periodo autunnale, salvo nevicate precoci; nella tarda primavera viene praticato l’esbosco con trattore agricolo e rimorchio, a conclusione delle operazioni di sramatura e di concentramento a bordo strada.

L’utilizzo plurisecolare delle faggete comunali rimane attuale e costituisce l’economia del boscaiolo che motiva la permanenza in montagna da parte delle famiglie che, a loro volta, rappresentano il presidio stabile di attenzione alla sicurezza del territorio, per assicurare, insieme alle Amministrazioni locali, gli interventi di manutenzione ambientale e difesa dell’assetto idrogeologico dei versanti e di salvaguardia dello stesso patrimonio forestale. Non si tratta quindi di "aiuti nell’abbattimento di alberi in periodi normalmente non consentiti", ma della necessità di portare a casa gli alberi già abbattuti per evitare il deperimento del legname con il caldo estivo e la brutta immagine ai turisti della legna a terra, sparpagliata nel bosco.

Ritengo utile puntualizzare che l’Ente Parco non ha autorizzato la deroga in modo generalizzato sul territorio in gestione, ma su necessità puntuale di chi aveva presentato la comunicazione di taglio allo Sportello Forestale e che, per effetto del blocco Covid-19 fino al 3 maggio scorso, non ha potuto completare le attività in bosco. La deroga del soggetto gestore è pertanto un provvedimento rilasciato su richiesta, indispensabile per rendere efficace la deroga regionale anche in valle Gesso, adottata per risarcire una situazione straordinaria in tutto il Piemonte, nel solco di quanto già previsto dalla stessa legge forestale. Solo quindici giorni per concludere i lavori nei boschi prima del superamento del ciclo stagionale con l’avvio di altri lavori agricoli nel fondovalle (fienagione, segale e patate). I concessionari dei lotti comunali, ad uso focatico sono tutti privati cittadini, non identificabili in una categoria produttiva che può ricevere “facilitazioni e risarcimenti”.

Esprimo quindi ringraziamento al vicepresidente della Regione e all’Ente Parco per la sensibilità dimostrata in questa situazione eccezionale. Per la gestione oculata delle deroghe al silenzio selvicolturale va il nostro apprezzamento, ricordando le precedenti azioni intraprese dai guardiaparco e dai tecnici forestali che, con sopralluoghi ed accertamenti di nidi e tane, anni addietro concedevano la deroga per la dimostrata assenza di interferenze con la nidificazione. Siamo disponibili ad un confronto per avviare subito una revisione della norma del silenzio selvicolturale nell’area SIC/ZPS Alpi Marittime e non subirla più in modo generalizzato ed autoritario.

Serve applicare i principi di proporzionalità, equità, ragionevolezza e sussidiarietà, per il concreto alleggerimento delle pratiche burocratiche per tutti gli abitanti che utilizzano il legname proveniente dalle faggete comunali, sia quelle ricadenti in zona Natura 2000 che in zona libera. L’esercizio del diritto di uso civico di focatico contribuisce ad assicurare la continuità del vivere in montagna, nella consapevolezza che la gestione dei tagli serve a custodire con responsabilità le faggete, quale patrimonio ambientale, paesaggistico ed economico della valle Gesso, da tramandare alle generazioni future".

Daniela Risso, presidente del Comitato per l’Asbuc frazionale di Andonno (Bandiera Verde nel 2016 per la gestione e custodia delle foreste)

(Foto relativa alle attività di concentramento del legname in bosco a tarda primavera)

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