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Dalla cura dei figli al senso di famiglia: storie di papà cambiati dalla pandemia

FOSSANO

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CUNEO CRONACA - "Sì, i papà nei decenni sono cambiati, sono cresciuti, si sono adattati. Hanno scontato i balzi in avanti giganteschi delle donne (per fortuna) e si sono adeguati. Direi anche volentieri, perché hanno scoperto finalmente cosa vuol dire essere padri e non solo genitori.

Il Covid non ha fatto altro che accentuare questo cambiamento epocale e ha già restituito papà che hanno interpretato meglio, molto meglio, il proprio "compito". Attenti alle esigenze materiali, ma soprattutto psicologiche, di chi gioco forza è dovuto allontanarsi dagli amici, dai compagni di avventura scolastica.

Ecco: i papà finalmente si sono integrati perfettamente, o quasi, nella famiglia. Ora è la vera famiglia, solidale, unita, coraggiosa. Questo in linea generale ovviamente, poi ci sono le eccezioni, forse anche tante, di chi è lontano dai propri figli, vuoi per lavoro o più facilmente per separazioni dal coniuge. Penso che anche lì qualcosa sia cambiato o almeno lo spero.

Spero che abbiano riflettuto sull'importanza di essere padre, della responsabilità che ci si è assunti. Comunque, se devo trovare un lato positivo sulla pandemia, per me è questo: i papà sono cresciuti ed hanno partecipato quasi al cento per cento alla cura dei figli, hanno capito che i figli sono tutto e sono da proteggere ad ogni costo.

(Davide)

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La preoccupazione di lasciare un futuro se non migliore, almeno stabile, ai propri figli, si è amplificata in questo periodo, ma la costretta vicinanza dettata dal pericolo sanitario ha anche permesso di scoprire quanto la relazione padre-figlio sia fondamentale per la crescita di un papà consapevole. L'accompagnamento nella didattica a distanza ha messo in evidenza le dinamiche tra compagni e la gestione non facile degli insegnanti alla scoperta della tecnologia e della distanza.

Si dice che i figli crescono in un attimo e che la recriminazione di non aver fatto abbastanza è scontata e dietro l'angolo. Ebbene, questo periodo di restrizioni ci ha dato la possibilità di ridurre in futuro questi pensieri e ci ha dato la sensazione di poter fermare il tempo per convivere alla pari, assaporando ogni momento di condivisione.

I figli appartengono per il 49% al papà, che di solito si accaparra i momenti di svago e diventa complice nel subire i rimproveri della mamma: la chiusura forzata ha  permesso di scoprire e fare crescere nuove alleanze in famiglia e nuove prospettive legate al rispetto della terra e dei legami. I fine settimana si sono trasformati per gran parte di quest'anno in vacanze in casa e i momenti di riscoperta non sono mancati.

Insomma se essere papà è un mestiere difficile, quello dei figli non lo è di meno, e l'aver scoperto in questo che il gaudio è poco più del mezzo nel male comune, ha dato la possibilità ai papà di crescere nella consapevolezza del proprio ruolo di educatori nel rispetto verso l'altro. Siamo pronti a ri-uscire di nuovo.

(Mauro)

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Citando dal discorso di Papa Francesco nella ricorrenza del 19 marzo 2014: "Oggi è la festa solenne di San Giuseppe, sposo di Maria e patrono della Chiesa universale, che merita riconoscenza e devozione per come ha custodito la Vergine e il figlio Gesù.

L'essere custode è la caratteristica di Giuseppe e la sua granda missione. Riprendo il tema della custodia secondo la prospettiva educativa: un educatore che accompagna Gesù nel suo cammino di crescita in sapienza, età e grazia; lui non era il padre, ma faceva il papà di Gesù.

La crescita in età è la dimensione naturale: si è preso cura, lo ha allevato, preoccupandosi che non gli mancasse il necessario, anche a costo di essere un "rifugiato" in Egitto. Negli anni in famiglia Giuseppe insegna anche il lavoro di falegname; la crescita in sapienza: è stato esempio della conoscenza, anche spirituale; la crescita in grazia: la parte riservata a San giuseppe è limitata, ma sarebbe un errore pensare che un padre o una madre non possano fare nulla per far crescere nella grazia divina.

La sua missione è unica e irripetibile e tuttavia egli è modello per ogni educatore e per ogni padre. I figli hanno bisogno della vostra presenza, siate come San Giuseppe e mille grazie per tutto quello che fate per i vostri figli!"

(Andrea)

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Certo gli spunti dei "colleghi" di consulta sono tanti e profondi – dal laico al religioso, dal negativo al positivo – che mi resta davvero molto poco da aggiungere. La mia deformazione professionale mi suggerisce solo di sottolineare l'immensa moltitudine di figure paterne presenti all'interno della letteratura antica e moderna.

Dalla Lettera di Kafka allo Shining di Stephen King, dalla strada di McCarthy a Safran Foer, da Collodi a J.K. Rowling non resta che leggerne, rifletterci e a volte immedesimarsi, contando che le moltissime di parole scritte sul tema saranno sempre troppo poche e troppo poco significative a confronto con quelle che ognuno di noi può scrivere insieme ai propri figli.

Non mi resta che augurare di cuore una buona festa del papà, ogni giorno, a tutti!

Fabrizio Biolé, presidente della Consulta della Famiglia del Comune di Fossano

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