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Consiglio comunale: nuova seduta, dedicata tutta alle domande di "Vivere Boves", fissata per giovedì mattina

CUNEO

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ADRIANO TOSELLI - La terza seduta del Consiglio comunale nel nuovo, secondo mandato del sindaco di Boves (Cuneo) Maurizio Paoletti, si è svolta in una serata molto calda ma in un salone reso più fresco dalla nuova apparecchiatura di aria condizionata. Il motivo della scelta di tale data, di luglio, era (nono punto, dopo l’approvazione dei verbali della seduta precedente) lo «scioglimento anticipato di convenzione di segreteria a fini nuova costituzione», approvata unanimemente, e riguardava quella per il segretario comunale con Rossana, Ente attualmente commissariato dopo aver mancato il «quorum» alle scorse elezioni, con unica lista.

Sempre unanimemente è stato approvato anche l’ultimo, successivo, punto sul «Trasferimento del mercato settimanale del mercoledì del settore non alimentare». Si è approvato di spostarlo in piazza Borelli, per rilanciarlo e migliorarlo: a differenza del sabato pochi sono i banchi partecipanti e venivano allestiti tra le automobili parcheggiate in una piazza Italia non bloccata al traffico (diversa la situazione per quello alimentare, di sua consistenza ed al centro di piazza dell’Olmo).

Il buon pubblico ancora presente, con vari sostenitori di «Vivere Boves», in realtà, forse, era più interessato a vedere che rapporti si stavano creando tra maggioranza e minoranza. L'ex candidato sindaco sconfitto, Gianni Martini, ha proposto una raffica di «interrogazioni», sette. Era solo da Valeria Arpino, visto le assenze di Costanza Lerda e Beppe Marro (dall’altra parte era ancora assente Elisa Bertaina). Non è che le sue richieste abbiano sembrato far proprio «crollare» la Giunta. Le risposte sono arrivate disinvolte, anche per bocca, cosa non consueta, non solo del sindaco, ma anche di collaboratori, che è più raro, quanto positivo, sentire.

Se nello scorso mandato, con le rappresentanti di «Camminare con Boves» (Cristina Bersani, Maria Peano, Federica Giuliano), il sindaco pareva più aggressivo, qui offre impressione più algida, distaccata, «superiore», con solo alcuni precisi fendenti: nello scorso Consiglio aveva sottolineato la sua esperienza politica maggiore, qui la sua preparazione giuridica. È cambiata la prospettiva: negli anni scorsi si sentiva ancora «minoranza», eletto con il 40% dei suffragi, ora è forte di una maggioranza assoluta del 60%.

Si è partiti, su «lavori pubblici e sistemazione degli impianti fognari», a disquisire con Matteo Ravera di colore del porfido (cambia un po’ nelle varie zone di Boves) e delle difficoltà di coordinare vari interventi (cosa già difficile in cantiere privato). Sulla necessità di un «Ponte radio in Valle Colla» ha risposto il consigliere delegato Gianluca Cavallo, anche residente a Castellar, che ha promesso il massimo impegno. Si è ricordata serata, in Santa Croce, sulle «fibre». Stessa cosa ha fatto il mellanese Alfredo Dalmasso sul «Passaggio pedonale in sicurezza davanti al santuario della Mellana».

Una delle più interessanti è stata, certo, l’interrogazione su «Adesione al Parco Fluviale Gesso e Stura» (visto anche il «vincolo» che già vi è, dagli anni Novanta, sull’area, anche per far partecipare i ragazzi bovesani alle iniziative dell’Ente). Ovviamente la maggioranza ha ribadito (intervento di Matteo Ravera) le perplessità, ma non ci par aver escluso tale eventualità, magari «negoziandola». Tali decisioni, era prassi già ben prima del «maggioritario», vengono sempre prese non certo per interpellanza delle minoranze.

Prima o poi succederà: sorrisini appaiono ovunque parlando di Boves, unico Comune a non aver ancora aderito al Parco. Il «guado» tra la frazione Mellana e gli Angeli è stato ripristinato, con contributo bovesano, nelle settimane scorse (aperto da venerdì 2 agosto). Durerà, come sempre, sin alle piogge autunnali. Il «ponte sospeso», dai costi «milionari» (le cifre parlano di tre milioni di euro), resterà, molto probabilmente, in tempi non di «vacche grasse», un sogno, non interesse prioritario né del Comune di Cuneo (sul cui territorio è nella sua totalità), né, tantomeno, di quello di Boves.

I toni più «da scontro» si son toccati su «Area pubblica dietro la chiesa di San Rocco». Tale spazio è stato ceduto dalla Parrocchia a privati per accessi a garage. Si sono tagliati gli alberi, è finita una zona da sempre ad «uso pubblico». Qui Maurizio Paoletti si è alterato, sentendosi oggetto di «lezione di diritto» (sulla «usucapione»), lui avvocato, dal giornalista capogruppo di minoranza. Ha spiegato che il Comune mai è stato coinvolto, anche se la trattativa (conclusasi sui 4.000 euro), per la parrocchia, è stata condotta dall’ex sindaco Piergiorgio Peano.

Si son viste, per una delle prime volte, le «ruggini» della campagna elettorale, con disquisizioni su «a chi sia andato il voto cattolico». Nelle ultime fasi di quel periodo, ricordiamo, il parroco bovesano aveva voluto ben puntualizzare che il suo Ente era sopra le parti. A vedere i risultati e le preferenze, con ben un 60% arrivato a Maurizio Paoletti, in un centro da sempre di intensa religiosità, non si può che evincere che la maggior parte del voto dei cattolici (lettori del settimanale diocesano inclusi, probabilmente), parroci volenti o nolenti, sia andato all’eletto.

Martini ha anche chiesto notizie su «Camera mortuaria, obitorio e sala del Commiato» e «Concessioni delle tombe di famiglia e possibilità di trasmissione del diritto dalle donne a marito e figli». Il sindaco ha fatto notare che sono utilizzate come camere mortuarie due, decorosissimi, locali della «Casa di Riposo Monsignor Calandri», dalla chiusura di quelle che erano dal soppresso «Ospedale di Comunità» (questo par rendere non indispensabile l’utilizzo di spazi che erano stati previsti in un allargamento del cimitero).

Ha ricordato come sia stato il suo «maestro politico» Giovanni Tecco, negli anni Novanta (1994), quando era vicesindaco della prima Giunta di Luigi Pellegrino, a concedere anche alle donne la completa trasmissione dei diritti sulle tombe, dal dopoguerra riservata ai capofamiglia maschi. Ha sottolineato il suo merito di aver allargato, nello scorso mandato, questo anche alle coppie di fatto, incluse quelle omosessuali. È curioso ricordare come l’orario «continuato» di apertura del cimitero (in altri Comuni della zona dura persin sin a più tardi) sia stata una delle poche concessioni fatte ad interpellanza di minoranza (se la memoria non ci inganna protagonista fu ancora Giovanni Tecco, nel gruppo di opposizione a Giunta di Riccardo Pellegrino).

A dimostrare l’importanza che il sindaco attribuisce alle «interrogazioni», al «dialogo» con la minoranza, vi dedica, integralmente, la prossima seduta del Consiglio comunale, fissata giovedì 8 agosto, nell’inusuale orario delle 8,30. Già nello scorso mandato Maurizio Paoletti aveva scelto queste collocazioni delle assemblee «mattutine», ma le aveva, generalmente, limitate al sabato (orari che qualche difficoltà creavano, soprattutto, alla capogruppo di minoranza, insegnante in servizio). Il giovedì mattina non agevolerà la presenza di pubblico, anche in periodo di tante ferie, ma offrirà alle questioni proposte da «Vivere Boves» tutto il tempo necessario per venir analizzate.

I nuovi cinque quesiti riguardano: «Manutenzione mattoni a vista scuole elementari e Palazzetto dello Sport», «Riapertura Teatro Borelli» (inagibile per crollo di controsoffittatura da inizio anno), «Ultimazione della barriera di protezione del Naviglio in frazione Fontanelle», «Prevenzione del disagio giovanile» e «Consulta giovani» (non parsa attivissima nell’ultimo periodo). Se non vi fosse il numero legale ci si ritroverebbe la mattina dopo...

Adriano Toselli

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