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"Comprare pesche in offerta ad 1 euro al kg vuol dire farsi complici di un sistema di sfruttamento"

CUNEO

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Con l’arrivo del mese di agosto è sempre più valido l’invito a consumare frutta per combattere il caldo e reintegrare i sali minerali persi col sudore. Nel clou della raccolta delle pesche in provincia di Cuneo, l’attenzione deve essere alta anche rispetto alla frutta che arriva dall’estero e che invade il mercato provocando squilibri economici.

"Frutta sì, ma del nostro territorio e giustamente remunerata – raccomanda Roberto Moncalvo, delegato confederale di Coldiretti Cuneo –. Dalle albicocche alle pesche, la situazione prezzi è insostenibile ed è aggravata dal comportamento di alcune catene della grande distribuzione che continuano ad applicare il loro strapotere acquistando e vendendo le pesche, ad esempio, a prezzi che non coprono neanche i costi di produzione dei frutticoltori. Una situazione, più volte denunciata, anche in occasione dell’evento Frutta e Legalità, dello scorso 28 giugno, durante il quale abbiamo acceso i riflettori sulle storture del mercato frutticolo piemontese che nella Granda ha un fatturato di oltre 380 milioni di euro con una superficie coltivata di circa 12.000 ettari e la presenza di oltre 4.500 aziende. Proprio in quella occasione – ricorda Moncalvo - il presidente della Regione, Alberto Cirio, si è impegnato ad attivare, su nostra richiesta ed in collaborazione con l’Osservatorio Agromafie, un Osservatorio regionale su prezzi e sulle dinamiche del mercato dell’ortofrutta piemontese. E’ importante ora dar seguito a tale impegno, concretizzando la prima delle 10 priorità che abbiamo presentato".

"Molta attenzione – evidenzia Moncalvo - va inoltre posta alla frutta importata che, purtroppo anche in questo periodo di forte presenza di pesche italiane, è sui banchi di alcune catene della Gdo e viene venduta a prezzi molto bassi. Si tratta di frutta di cui non conosciamo i metodi produttivi, motivo per cui è bene che continuino i controlli degli organi preposti. Alla luce di questo scenario – conclude il delegato confederale di Coldiretti Cuneo - i consumatori devono sapere che acquistare pesche in offerta al supermercato al costo di meno di un 1 euro al kg vuol dire inconsapevolmente farsi complici di un sistema di sfruttamento che colpisce imprese frutticole e lavoratori. Consigliamo, quindi, di verificare sempre attentamente l’origine, oltre a recarsi direttamente dai produttori nei punti vendita aziendali: questo significa veramente incentivare l’acquisto delle produzioni del nostro territorio".

 

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