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Scambio di collezioni tra Francia e Italia per scoprire i "Tesori alpini dell'età del Bronzo" a Chiusa Pesio

MONDOVì

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Nel Complesso museale G. Avena di Chiusa Pesio sono stati svelati al pubblico i Tesori alpini dell'età del Bronzo | Trèsor alpins de l'âge du Bronze che rimarranno in mostra sino al 30 novembre.

All’inaugurazione dell’esposizione internazionale erano presenti il presidente delle Aree Protette Alpi Marittime Paolo Salsotto, il sindaco Sergio Bussi, l’on. Chiara Gribaudo, il prefetto Giovanni Russo il sindaco di Moriez Alain Coulet e alcuni consiglieri del suo Comune con una delegazione di francesi e una folta presenza di pubblico. 

Nella teca al centro della sala nella sezione archeologica dell’Avena è esposto il ripostiglio, (trèsor) di Moriez (Haute Vallée de l’Asse) scoperto casualmente nel 1996 durante l’esecuzione di lavori in località Jas de Bernard a 1150 metri di quota. Il “trèsor” è composto di un centinaio di pezzi per un peso complessivo di circa 2,5 kg costituenti gli elementi di un corredo femminile, ad eccezione di un coltello. Si osservano: spillone, pendente con catenelle, torques, bracciali, appliques, falere, pendenti… associazione di oggetti che costituisce il tipico assemblaggio di un ripostiglio di ornamenti della fine dell’età del Bronzo nelle Alpi occidentali. 

Si tratta di un prestito del Comune di Moriez e del Musée de Préhistoire des Gorges du Verdon, tra i più importanti di Francia (80.000 visitatori l’anno), che nello stesso periodo accoglie temporaneamente il ripostiglio del Monte Cavanero di Chiusa di Pesio. 

Per l'archeologo, il "ripostiglio" è una concentrazione di oggetti di vario tipo (armi, utensili, ornamenti, vasi), per lo più in metallo, interi o frammentati, che sono stati sepolti intenzionalmente, tutti in una volta o a più riprese, in luoghi generalmente lontani dagli insediamenti e delle aree funerarie. Fin dai primi studi del XIX secolo, questi “ripostigli" hanno sempre incuriosito gli studiosi, che hanno proposto diverse e molteplici interpretazioni: si trattava di riserve di metallo destinato ad essere nuovamente fuso dagli artigiani? O nascosto da mercanti per poi essere venduto? Oppure un bottino frutto di saccheggi o furti? O una riserva di materiale pregiato e beni preziosi nascosti in tempi di incertezza? O ancora di un insieme di oggetti religiosi o commemorativi (costumi da cerimonia, panoplie di guerra, beni di lusso) deposti come offerte votive?

Certamente, si tratta di un fenomeno caratteristico dell'età del Bronzo che persiste fino all'inizio dell'età del Ferro (2.200-800 a.C.) e che è destinato a perdere poi il suo significato originario.

In particolare, l’area alpina più occidentale ha restituito numerosi di questi interessanti contesti, nonché le tracce di un complesso minerario, contemporaneo a quei reperti, a Saint-Véran (Hautes-Alpes) e, grazie a recenti studi, si stanno riconsiderando le diverse interpretazioni.

L’esposizione Tesori alpini dell'età del Bronzo, è stata curata dalle Aree Protette Alpi Marittime con la progettazione e il coordinamento scientifico della Soprintendenza SABAP-AL e del Musée de Préhistoire des Gorges du Verdon (Quinson) per la valorizzazione del patrimonio. La mostra presenta al pubblico i primi risultati di nuove ricerche sui ripostigli, confrontandone diversi nelle loro differenze e analogie cronologiche e compositive, per cercare di individuare quale sia stata la finalità specifica del seppellimento. 

Tesori alpini è un’iniziativa per favorire la cooperazione, la conoscenza relative l’archeologia dell’area transfrontaliera e lo sviluppo di un turismo culturale e sostenibile promossa dal programma Interreg V-A 2014-2010 progetto Alcotra TRA[ce]S -Trasmettere Ricerca Archeologica nelle Alpi del Sud.

Complesso Museale G. Avena: via Cavour 13, Chiusa di Pesio.

Orari di visita: sino al 15 settembre, dal martedì al sabato 9.30 - 12 e 15.30 - 17.30; la domenica 9.30 - 12 e 15 - 18. Dal 16 settembre al 30 novembre: dal martedì al sabato 9.30 - 12 e 15.30 - 17.30. Ingresso gratuito.

Informazioni: tel. 0171 734990 – valle.pesio@gmail.com.

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