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CEVA/ "Sono le parole a fare la differenza": il web una risorsa, no alla violenza di genere

MONDOVì

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Due paia di scarpe rosse, simbolo ormai divenuto mondiale per dire no alla violenza sulla donne, sono adagiate sul legno consumato del palcoscenico: il teatro Marenco di Ceva (Cuneo) si trasforma e diventa suggestiva location per un evento culturale che coinvolge a 360°: letture, musiche, dialogo con autrici e slide accattivanti, il tutto in un mix perfetto per affrontare con i giovani, senza mai annoiare, due tematiche di attualità: i social e le differenze di genere.

Nonostante la pioggia e il freddo la comunità ha risposto con calore e ha partecipato numerosa alla serata organizzata dall’Istituto "G. Baruffi" di Ceva e fortemente voluto dalla dirigente Mara Ferrero. In platea, con al petto la spilla rossa simbolo della giornata, studenti e docenti insieme con le rispettive famiglie per condividere un momento di riflessione e arricchimento culturale. Sul palco, due scrittrici che vogliono rivolgersi ai giovani soprattutto, ma non solo: Anna Pettene e Antonella Ferraiolo, autrici di Like e Antikka.

Il dialogo, moderato dal giornalista Raffaele Sasso, è stato intervallato con un ritmo cadenzato e piacevole dalle letture degli studenti, preparati dalla docente Barbara Gamerra. La platea è stata poi letteralmente travolta dall’intervento del dottor Franco Gorlero, direttore della S.C. di Ginecologia e Ostetricia, ospedale Galliera di Genova, che ha saputo intrecciare in modo sapiente il linguaggio artistico a quello medico - biologico per spigare le differenze di genere in modo scientifico ma coinvolgente. "Linguaggio e pregiudizio", il titolo scelto per l’evento del 22 novembre, riecheggia il classico della letteratura dove le donne sono protagoniste, ma con una nuova consapevolezza: è la parola, e non l’orgoglio, a fare la differenza.

“La rete non è neutrale. È seduttiva - svela Anna Pettene, autrice di Like -. Attrae perché soddisfa ogni curiosità, in tempi velocissimi, senza confini. Se si considera questo aspetto potremmo ammettere che il web sia una grandissima opportunità per conoscere, accorciare le distanze ed eliminare le differenze. Tuttavia la cronaca di tutti i giorni dimostra che la navigazione può essere anche insidiosa, piena di trappole e pericoli. Per questo i giovani, forti della loro indubbia natività digitale, devono per forza rafforzare e implementare le competenze per affrontare il web”.

Occorre dunque assolutamente sviluppare digital competence per viaggiare sicuri perché dietro l’anonimato che la tastiera offre è inevitabile incappare in situazioni rischiose. "Infine - mette in guardia la Pettene - occorre avvisare i naviganti che molte attività compiute nella realtà virtuale possono avere conseguenze reali, sia dal punto di vista legale, che sociale ed esistenziale".

Dalla violenza della parole all’assenza delle parole, a quel silenzio difficile da squarciare quando ci sono sofferenza e paura: far emergere le storie delle donne africane arrivate dal centro di Lampedusa al reparto maternità dell’ospedale di Genova è stata un’impresa ardua, quasi impossibile, ma riuscita alla perfezione grazie alla sensibilità, al coraggio e alla perseveranza di Antonella Ferraiolo, la ginecologa del Galliera che ha sentito il dovere morale di farsi portavoce di questa difficile narrazione. Nasce così Antikka, dal nome di una delle protagoniste, di cui sono stati letti alcuni passi toccanti e struggenti, commuovendo l’intera platea.

Il sipario è calato sulle note della nota canzone di Marco Mengoni, eseguita live dalla giovane band del Baruffi, perché, come ha sottolineato la dirigente Mara Ferrero in chiusura, ciascuna donna vorrebbe accanto un guerriero capace di difenderla da incubi e tristezze.

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