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CEVA/ Ospedali e medicina di territorio: la lezione del Covid e su cosa si deve investire

MONDOVì

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SERGIO RIZZO - Ceva, in provincia di Cuneo, ha ospitato un convegno molto partecipato in cui si è parlato di sanità. Ospiti della giornata sono stati Lorenzo Alliani, vicesindaco di Ceva, Giorgio Ferraris, presidente Unione Alta valle Tanaro e sindaco di Ormea e il dott. Luciano Bertolusso, segretario provinciale Fimg (Federazione italiana medici di medicina generale). In questo convegno, sponsorizzato dalla Cisl Fnp di Cuneo, si è cercato di discutere e di fare emergere i vari problemi legati alla sanità e al territorio. “In particolare a Ceva – ha spiegato Angelo Vero, componente della segreteria Ust Cisl di Cuneo – dove esiste un ospedale da proteggere e sul quale c’è molto da discutere. In questi due anni, il Covid ha insegnato che in ospedale, senza i servizi sul territorio, non è sufficiente, in particolare gli anziani che devono essere curati possibilmente a casa. È sulle case della salute che si deve investire di più, affinché la gente possa usufruire delle cure primarie sul territorio senza dover correre sempre in ospedale e intasare il pronto soccorso. Quest’anno c’è una grande opportunità, le risorse del Tmr. La medicina di territorio è quella più vicina ai pensionati, agli anziani, alle persone fragili e ai disabili.

Si pensi che negli ultimi decenni si è tagliato soprattutto sul territorio. Ceva è un territorio molto ben conosciuto, costituito da vallate lunghe e distanti, dove c’è la distanza sia in km che come tempi di percorrenza. In questi luoghi è importante parlare di territorio, sia nelle vallate di montagna che dell’Alta Langa. Una situazione umanamente drammatica, i 150 mila morti, questo è un dato inconfutabile che rimarrà nella storia. Questa situazione ha evidenziato proprio le lacune e i problemi legati alla Sanità. I medici di base sono senza strumenti. Strutture per la convalescenza post Covid sono pari a zero. Assistenza domiciliare zero e strutture ospedaliere, a curare per la pandemia, hanno retto con grandi difficoltà, dimenticando tutte le altre patologie. A partire da questa situazione, bisogna riflettere  anche per provare a comprendere come sarà la Sanità del futuro.

L’Italia è la nazione che spende di meno per la sanità, circa 1746,00 euro pro capite. Germania e Francia il 60% in più, oltre i 2600,00 euro per ogni cittadino del loro paese. Oggi abbiamo l’opportunità del Pnr. La Regione Piemonte sta teorizzando e preparando progetti, ma di tutto questo non si parla. Della progettazione della Sanità del Piemonte non se ne parla. La Regione Piemonte deve presentare una serie di progetti alla fine di quest’anno o all'inizio del prossimo per ottenere i soldi dall’Europa. Il sindacato Cisl di questo argomento viceversa ne parla, sia con il presidente Cirio e con l’assessore alla Sanità Icardi, ma manca l’assessore alle Politiche Sociali. Non c’è dialogo tra questi due. Fare progetti vuol dire, se non vogliamo avere delle scatole vuote, avere i medici di base, tecnici delle Asl, degli Enti locali che chiedano conto alla Regione dei progetti e di come li vogliono progettare”. Questa premessa ha dato vita a un vivace e interessante dialogo di domande e risposte scaturito con gli ospiti della giornata, con contributi video di Roberto Colombero presidente dell’Uncem dei Comuni Montani Piemonte, Giuseppe Guerra, neo direttore generale dell’Asl Cn1 e Ferruccio Fazio ex – Ministro della Sanità dell’anno 2009 – 2011 nel Governo Berlusconi e attuale sindaco di Garessio.

Sergio Rizzo

(Nella foto gli ospiti presenti a Ceva: Lorenzo Alliani, vicesindaco di Ceva, Giorgio Ferraris, presidente Unione Alta Valle Tanaro e sindaco di Ormea e il dott. Luciano Bertolusso, segretario provinciale Fimg)

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