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CEVA/ Le difficoltà dei piccoli sci club ai tempi del Covid: lettera del presidente Domenico Pera

MONDOVì

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SERGIO RIZZO - In questi giorni di grave pandemia dove tutto è fermo, il presidente dello sci club di Ceva (Cn) Domenico Pera, ha inteso inviare una lettera molto accorata rivolgendosi agli organi competenti, con la quale intende portare avanti alcune richieste a favore dello sci club e dei suoi associati di cui ne è il presidente.

Gli impianti di risalita, forse, riapriranno (forse) il 15 febbraio prossimo, nel testo si sottolinea come dal 15 di febbraio potranno aprire gli impianti: “solo subordinatamente all’adozione di apposite linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle province autonome e validate dal Comitato tecnico scientifico, rivolte a evitare aggregazioni di persone, in genere, assembramenti”.

Una notizia che, seppur attesa, fa sprofondare ancora di più nell’incertezza un intero comparto, un  pilastro economico di numerosi territori. Con lo slittamento della  data di riapertura degli impianti di risalita nelle stazioni turistiche invernali, si prospetta quindi una crisi profonda per un settore. Occorrono aiuti concreti e certi, per evitarne il tracollo. Servono risposte immediate per le aziende, per i lavoratori ma anche per i tantissimi stagionali, di cui poco si parla e che, al momento, non godono di protezione e rischiano seriamente di essere esclusi dai ristori. 

Esiste poi tutto l’indotto ormai compromesso da tenere in considerazione, dai rifugisti, noleggiatori e maestri di sci, albergatori e ristoratori e  poi, l’agroalimentare e il commercio locale. Intere comunità di montagna vivono grazie alla stagione turistica invernale. Serve la dovuta considerazione e servono ristori immediati, certi e concreti, così come sta accadendo altrove in Europa, dove alle imprese viene riconosciuto un ritorno proporzionale al mancato fatturato, magari anche con l’adozione di un modello comune nell’arco alpino europeo per evitare pericolose sperequazioni. In vista di un’ ipotetica ripartenza, mancano comunque ancora le regole di apertura e le modalità di gestione degli impianti di risalita che ad oggi, nonostante siano già state condivise, non sono state approvate.  Il rischio è che la crisi di quest’anno possa determinare l’impossibilità di ripartire quando sarà il momento. 

“Siamo un piccolo sci club della Provincia di Cuneo, di circa 500 associati, impegnato nella promozione della pratica dello sci.– Così inizia la lettera che ha inviato il presidente dello sci club di Ceva Domenico Pera,–  offriamo corsi di sci per principianti e di perfezionamento, proponiamo squadre agonistiche per piccoli atleti e per i master, offriamo gite e soggiorni sciistici nelle località del Nord – Ovest, pianifichiamo momenti di festa sulla neve e ci interessiamo anche della pratica dello scialpinismo organizzando anche gare di cronoscalata inserite nei circuiti regionali. Per colpa della difficile situazione che stiamo attraversando quest’anno abbiamo modificato tutto il nostro programma e, per fortuna, grazie all'indispensabile interessamento della Fisi, alla lungimiranza delle Autorità Governative, e al grande impegno lavorativo delle piccole stazioni sciistiche con cui collaboriamo, stiamo garantendo una regolare stagione agonistica per tutti i nostri atleti. A Gennaio dovevamo avviare i corsi sci di avviamento e di perfezionamento per i nostri piccoli soci, – prosegue il presidente Pera,–  ma attualmente, benchè tutto sia organizzato, ciò è impossibile per il perdurare della chiusura al pubblico di tutte le stazioni sciistiche. Siamo preoccupati per questa situazione perchè tutti i bambini sperano di poter sciare e anche perchè molti di loro, se non potranno perfezionarsi quest’anno, il prossimo non potranno accedere alle squadre agonistiche e saranno costretti a perdere un anno. Oltretutto, sanno che i loro coetanei atleti sciano regolarmente mentre loro sono impossibilitati a seguire dei corsi che sono comunque attività di formazione.

Con questo scritto, sicuri di non scostarci dal pensiero di tutti gli altri sci club nazionali, intendiamo portare alla vostra conoscenza le problematiche su scritte e vi chiediamo di prendere in considerazione la possibiltà di permettere l’attivazione dei suddetti corsi che, secondo noi, dovrebbero essere inquadrati non come attività ludico – turistica, ma come attività formative. Riteniamo altresì che possono svolgersi rispettando tutte le direttive dettate dalle norme anti contagio. A tal scopo elenchiamo alcune particolarità di questi corsi, in modo da illustrare i punti forti della sicurezza sanitaria garantita.

 - Le lezioni sono settimanali e di due o tre ore ciascuna; non si svolgono mai a cavallo dell'ora di pranzo, quindi son vi son problemi di assembramento per la consumazione del pasto.

- Il trasporto è sempre individuale e a cura delle rispettive famiglie, quindi nessun assembramento su mezzi di trasporto pubblici o su quelli eventualmente messi a disposizione dell'Associazione.

- Come saputo, tutta l’attività è svolta all'aperto, compresa la vestizione e la svestizione dei partecipanti. Questi, proprio perchè sono principianti o, comunque non esperti, usufruiscono d’impianti di risalita che garantiscono il distanziamento sociale: tapis roulant e skilift.

- Non sussiste il problema della coda alla biglietteria in quanto a ogni partecipante viene venduto un abbonamento valido per tutta la durata del corso. 

- Non sussiste il problema della coda agli impianti perchè i partecipanti sono divisi in gruppi di circa dieci unità e queste si muovono distanziate lungo le piste innevate.

- I bambini iscritti son tutti ragazzi in età di scuola primaria e quindi trascorrono già molto del loro tempo condividendo tra di loro tempi e luoghi. Certi del vostro interessamento attendiamo una vostra gradita risposta”.

Sergio Rizzo

(Nella foto: immagine di repertorio dello sci club Ceva)

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