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Anche le pietre di Ceva a Biella per ricordare i caduti della Grande Guerra

MONDOVì

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SERGIO RIZZO- L'Amministrazione Comunale di Ceva (Cn) ha risposto all'invito di S. E. Prefetto e parteciperà all’allestimento dell'area monumentale dedicata al ricordo dei Caduti della prima guerra mondiale nella Città di Biella.

“L’iniziativa vede la posa, presso l’area monumentale di Nuraghe Chervu alle porte della Città di Biella, – spiega l’assessore alla Cultura di Ceva Mara Garelli di lastre di pietra locale provenienti dai Comuni piemontesi, ognuna nella tipicità del territorio del Comune partecipante, su cui  sono incisi nome del paese e numero dei Caduti durante la prima guerra mondiale.

L’invito è stato esteso ai 1.917 Comuni piemontesi e ai 377 Comuni sardi, attraverso le locali autorità di governo presenti nelle due regioni e, ha Città di Ceva, ha prontamente aderito. L’iniziativa, proposta dal Circolo Culturale Sardo, condivisa dal Comune di Biella con apposita deliberazione e sostenuta dal Prefetto di Biella, è accredita quale progetto rientrante nel programma ufficiale delle commemorazioni del centenario della prima guerra mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione per gli Anniversari di interesse nazionale. Le pietre verranno collocate presso l’area monumentale di Nuraghe Chervu, a rievocare il dolore delle guerre e dei sacrifici che hanno contribuito alla creazione dell’Italia moderna.

La vasta area monumentale alle porte della città, denominata “Nuraghe Chervu“, prende il nome dal torrente Cervo, luogo in cui sorge. Eretta nell’anno 2008, in corso Lago Maggiore, è dedicata alla Brigata “Sassari” e ai Caduti biellesi della prima guerra mondiale. Si tratta di un monumento formato da massi di melafiro (roccia eruttiva basica effusiva) estratti dalle cave di Curino a ricordo degli studi scientifici che il geologo Alberto Ferrero della Marmora compì nel biellese, prima del suo forzato trasferimento in Sardegna.

Isola che La Marmora amò, al pari delle genti che l’abitavano, componendo su di essa oltre cinquanta lavori scientifici, iniziati nel 1819. Alla sua morte (1863), Quintino Sella volle che nella basilica di San Sebastiano, tempio civico della città di Biella, tre lastre di melafiro, provenienti dalle ormai dismesse cave di Graglia, decorassero il monumento funebre dedicato all’amico Generale, Senatore del Regno di Sardegna, dimenticato e rimosso nella sua terra di origine. La scelta dei blocchi di roccia biellese – ha proseguito l’assessore Garelli,–  vuole significare l’antico legame tra Biella e la Sardegna. Le altre pietre, provenienti da ogni parte d’Italia, vogliono rievocare il dolore delle guerre e i sacrifici che hanno contribuito alla creazione dell’Italia moderna.

Una memoria collettiva affievolita che con Nuraghe Chervu si vuole rinvigorire e tramandare. L’Amministrazione comunale di Ceva, si è affidata allo scultore Ivano Ghiglia che, con mirabile abilità, ha inciso una pietra ritrovata in un rio cebano, proprio per rappresentare appieno il nostro territorio.

Sulla pietra lo scultore ha inciso il nome della città, seguito dal numero dei caduti nel primo conflitto mondiale. Sono stati infatti 149 cebani che persero la vita durante la guerra del 15/18. Un’iniziativa interessante a cui l’amministrazione ha inteso partecipare per porgere un  omaggio ai tanti Caduti del conflitto di  cent’anni or sono. Una proposta che l’amministrazione ha voluto portare avanti insieme ai tanti Comuni del Piemonte e della Sardegna, inviando la propria pietra secondo le indicazioni fornite.

Una sentita testimonianza a favore dei nostri Caduti che furono coinvolti nel primo conflitto mondiale e attraverso il sacrifico più elevato, si offrirono per la difesa della Patria. Rimarranno perenni nei nostri ricordi e ben impressi, proprio come le scritte riportate su quella pietre, per aver permesso a tutti noi, oggi, di vivere in una nazione libera e democratica. In settimana una delegazione Comunale  di Ceva porterà la pietra presso il Comune di Biella e visiterà il sito che accoglierà tale manufatto in un’alleanza territoriale che supera i confini fisici ma che si unisce in un intento di pace e di cultura.”

Sergio Rizzo

(Nella foto: sindaco e giunta di Ceva con lo scultore Ivano Ghiglia che regge la pietra realizzata da portare a a Biella)

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