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Centro di castanicoltura a Chiusa Pesio unico in Europa, c'è un progetto su 200 mila ettari

MONDOVì

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"Avevamo visto giusto quando, nel 2014, con Regione, Ipla, Disafa dell'Università di Torino, tante Unioni montane di Comuni, diversi Gal, la rete delle Città del Castagno, molte imprese e castanicoltori avevamo lanciato il 'Masterplan Castagno'. 25 macro-azioni per ridare vita a 200 mila ettari di castagno in Piemonte, dei quali solo 10 mila oggi sono produttivi. Frutto, legno, servizi ecosistemici sono gli assi del lavoro che stiamo facendo e che è da fare per aumentare il valore dei prodotti, sottrarre dall'abbandono i castagneti, proseguire nella lotta a parassiti, fare ricerca e marketing attorno a castagne e legno di castagno, importante per lavorati e semilavorati, dai pavimenti alle intere case a telaio. Questa è una vera missione per il Piemonte. Siamo la Regione italiana con più castagneti e Chiusa di Pesio, con il Centro di Castanicoltura, è un punto di riferimento in Europa. Bene l'impegno del vicepresidente della Regione Carosso nel sostenere politiche per la montagna con gli opportuni investimenti. Le Unioni montane di Comuni faranno fino in fondo la loro parte. Il castagno è per noi emblema dello sviluppo locale, della nuova econonomia della montagna 2.0".

Lo affermano Lido Riba e Marco Bussone, presidente Uncem Piemonte e Presidente Uncem nazionale, a poche ore dall'inaugurazione del Centro di Castanicoltura di Chiusa Pesio, rinnovato grazie al oltre mezzo milione di euro di investimento con il progetto del Psr "CastagnoPiemonte" e anche grazie al progetto "CastagnoPiù", entrambi nati dall'operazione "Cooperazione" 16.2.1 del Programma di Sviluppo rurale 2014-2020. All'inaugurazione aperta dal sindaco di Chiusa di Pesio Claudio Baudino - con il vicepresidente della Regione Carosso, i senatori Taricco e Bergesio, consiglieri regionali, il primo cittadino di Cuneo Borgna, moltissimi sindaci e amministratori, rappresentati delle associazioni di categoria, moltissimi agronomi e forestali, dipendenti regionali, Aib e forze dell'ordine - sono intervenuti gli ex assessori regionali Vaglio e Valmaggia, ma anche Ugo Boccacci, dirigente Uncem e tra i primi a credere nel Centro di Castanicoltura. Importante la presenza del professore Claudio Bonous, docente universitario tra i massimi esperti al mondo di castagno, e di Carlo Grignani, direttore del Disafa dell'Università di Torino. Emozionante la testimonianza di Ettore Bozzolo, "Custode dei castagneti" tra gli animatori nazionali di una rete che vuole ridare piena dignità e funzione all'"Albero del pane". Ricordato con stima e affetto Andreino Ponzo, vicesindaco di Chiusa di Pesio, scomparso un anno fa: è stato tra i più importanti sostenitori del centro.

Il centro ospitato dal Vivaio Gambarello (coordinato da Marco Rocca) è cresciuto a partire dal nocciolo originario, il Castanetum (impiantato nel 2003). "Oggi ospita la collezioni di cultivar e specie di castagno più ampia al mondo - spiega Gabriele Beccaro, docente del Disafa, epserto di castanicoltura - Il centro è stato individuato dal Ministero delle Politiche Agricole quale candidato a Centro nazionale autorizzato alla registrazione e il brevetto di nuove varietà e portinnesti di castagno. È inoltre candidato a centro nazionale di conservazione e premoltiplicazione vivaistica materiali genetici di castagno, vero e proprio scrigno dell’agrobiodiversità del castagno, visitato da Cina, Giappone, oltre che da tutt'Europa. Ha una sede fisica a Chiusa di Pesio, ma non opera solo nei perimetri della sede fisica, conduce e promuove attività di ricerca, networking, l'informazione degli attori che operano in castanicoltura, operando a livello regionale, nazionale e internazionale. A settembre 2019 è stato incluso tra i partner della rete europea del castagno Eurocastanea. Il lavoro continua e l'inaugurazione di sabato ci lancia, ci stimola verso nuovi traguardi".

 

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