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Al Consiglio comunale di Boves il confronto davanti al pubblico dopo il chiaro esito delle elezioni

CUNEO

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ADRIANO TOSELLI - Consiglio comunale bovesano, primo «vero» del secondo mandato del sindaco Maurizio Paoletti (dopo quello di «nomine» all’indomani del voto stravinto dal primo cittadino uscente e rientrante). Ci pare di capire che uno dei motivi principali della «urgenza» di indire la riunione fosse il finanziare (con 20.000 euro) i lavori di ripavimentazione delle vie laterali a via Roma, come richiesto da residenti e negozianti della zona. I fondi, nonostante le cifre «a disposizione» indicate in campagna elettorale dalla Giunta uscenti, 2.500.000 euro, non basteranno a terminarle tutte, ma avvicineranno al compimento.

La minoranza, ora guidata dallo sconfitto candidato Gianni Martini, con Costanza Lerda, Valeria Arpino e Beppe Marro, nonostante la netta «debacle» subita a fine maggio (40% dei suffragi a 60), non ha rinunciato a far partire l’assemblea con ben sette interpellanze. Era una manovra di «assaggio», utile anche al pubblico (ancora numeroso, che si eclisserà, man mano, quasi tutto, nei prossimi mesi, come sempre), per capire i toni della reazione della maggioranza.

Quest’ultima è stata pacata, al momento, anche perché buona parte delle risposte sono arrivate dal vicesindaco Matteo Ravera, con Paoletti assente per quasi tutta la parte introduttiva, impegnato in trasferta torinese ad assistere alla investitura a presidente della Regione del suo amico e compagno di partito Alberto Cirio. Meno "all’attacco" è parso Maurizio Paoletti con i rappresentanti di «Vivere Boves» di quanto non sembrasse esserlo verso il gruppo precedente, formato da Cristina Bersani, Maria Peano e Federica Giuliano.

Unica licenza che si è concessa è stata qualche stilettata verso una «preparazione» dei nuovi arrivati che sembrava lasciare a desiderare (tipo quella sul bilancio, preparato dalla maggioranza precedente, ma che d’uopo sarebbe «Vivere Boves» conoscesse bene, visto che si trova a «controllarlo» e che, in caso di vittoria, avrebbe «ereditato»). Nessun «debutto» è mai facile, in generale non lo è essere «minoranza» in questi meccanismi elettorali «maggioritari» (che garantiscono al sindaco i due terzi dei componenti del Consiglio).

Certo l’impressione è che non si sia riuscito, nel gruppo guidato da Martini, a ben sfruttare l’esperienza di un Beppe Marro, già nell’Assemblea passata. Martini ha scelto «taglio» molto, completamente, «informale». Maurizio Paoletti marcia sicuro. La maggioranza ha dato la sensazione di avere le «idee ben chiare» sul da farsi e tutta l’esperienza, la memoria storica «recente», per sorprendere e spiazzare su ogni argomento, gli «oppositori». Con tempo, lavoro, impegno, determinazione e modestia, le cose potrebbero anche cambiare, per «Vivere Boves»...

Gianni Martini e Beppe Marro (quest’ultimo pur riconoscendo «lavori fatti a regola d’arte») hanno esordito contestando gli «stretti marciapiedi», con scalino, le difficoltà per i «disabili» ed i relativi parcheggi necessari. Ravera è venuto incontro alla minoranza riguardo la richiesta di controlli sul gas radom presente in tante cantine bovesane.

Valeria Arpino ha chiesto la chiusura al traffico di via Alba, nell’orario di ingresso a scuola; la maggioranza, sempre per bocca di Ravera, si è dichiarata pronta ad accogliere ogni suggerimento, solo con la paura di finire per spostare ingorgo ed inquinamento semplicemente sulle vie laterali, Via Notaio Cavallo in primis.

Le perplessità della minoranza sulla addizionale Irpef erano state già argomento della campagna elettorale. Il gruppo di Gianni Martini ha ribadito che la riduzione al 7 per mille annunciata in questi ultimi mesi, in realtà, segue un incremento al massimo possibile, dal 6 all’8, ad inizio del primo mandato di Paoletti.

L’assessore Fabio Climaci ha fatto notare che la riduzione, che continuerà nel 2020, è possibile grazie al risanamento attuato. Qui ha fatto capolino, pur su un piano diverso, la politica nazionale, con la lista civica di maggioranza che ha connotato il suo appartenere al centrodestra: ad un Martini che ha fatto notare come a Cuneo vi fossero quattro scaglioni per reddito sulla addizionale, assenti a Boves, Climaci ha difeso tale scelta, ispirata da quella «flat tax», «tassa piatta» cui tanto tiene la Lega, per favorire chi «lavora e produce».

Sulla questione riguardo le «spese legali» del Comune di Boves (che paion sopra la media nazionale) il sindaco, sopraggiunto, ha ricordato cause anche vinte (come sull’invaso, sul ponte del Colla, sulla Cittadella, sul Filatoio, etc).

Nessuna apertura arriva sul bollettino comunale, dove non vi è intenzione di dare più spazio alla minoranza della solita paginetta. In passato, negli anni Novanta, la minoranza consigliare, anche allora di centrosinistra, aveva reagito a simile atteggiamento creando un suo trimestrale, «Boves insieme». Sarebbero ben in grado di farlo ancora, ma i tempi, ora dell’on line, son cambiati. Il bollettino ha cadenza più annuale che trimestrale e non si sa quanti lo leggano effettivamente...

La variazione del bilancio 2019, dopo «assestamento generale», approvata è stata di oltre 1.400.000 euro, usando avanzo di Amministrazione (opposizione astenuta). Nella Commissione di Bilancio e Finanze (molto importante visto che informazioni alla minoranza arrivano lì, più che in Consiglio) entra Gianni Martini, con Matteo Ravera e Nadia Tecco, insieme all’Assessore.

Buone notizie, ma si sentiva nell’aria e nel miglior umore di gruppi di organizzatori di manifestazioni, arrivano ai vari Comitati per la «sicurezza», con qualche concessione sul regolamento, qualche deroga, che dovrebbe ridurre un po’ i costi saliti negli ultimi anni (dopo episodi terroristici nella vicina Francia ed in Germania e la tragica serata torinese di panico scatenatosi in Piazza San Carlo dopo partita calcistica sul maxischermo).

Come fatto notare da Martini uno dei punti più interessanti è stato, come quasi sempre, l’ultimo, con modifiche alla Commissione Edilizia, insieme ad altre minori del regolamento comunale. La maggioranza, Sindaco in testa, ha mostrato idee molto chiare, «infiocchettando» molto bene la questione. La minoranza, dopo obiezioni di Gianni Martini e Costanza Lerda, ha finito per dividersi sul voto: due astenuti e due contrari.

Il cambiamento principale è la riduzione di una Commissione, non obbligatoria, solo consultiva, ma da sempre la più importante (specie in anni in cui l’edilizia «tirava» più che adesso), con molti a volervi partecipare, rotazioni. Ora tutto cambia, con una riduzione da decina a quattro membri, più nessuna nomina in Consiglio (erano sei), esclusioni dei tecnici (erano quattro a rotazione) locali, durata di tutto il mandato. I componenti, nominati dal sindaco, saranno scelti da «albo», con una graduatoria, nella quale si entra presentando «curriculum». Maurizio Paoletti ha fatto notare di essersi ispirato a talune osservazioni dell’ex consigliere Angelo Marchisio, architetto. Si parla di persone che non hanno a che fare con l’edilizia bovesana, ma iscritti ad Albi ed Ordini, in regola con i «corsi di aggiornamento» (cui ormai tutti son tenuti, come fa notare Martini). Non si capiscono i motivi, se non l’indubbio prestigio di essere in una Commissione della «Città di Pace», per degli «estranei» di mandare curriculum. Citando quanto detto, in Consiglio, da quello in carica nei decenni scorsi: «Il Tecnico ha il compito di dare la giusta veste formale alle direttive politiche degli Amministratori, che rappresentano, con l’elezione democratica, la volontà popolare».

Adriano Toselli

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