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BORGO/ Pd sulla scelta "green" dell'Acsr: "Sì al biodigestore ma si scelga in fretta come avere un ritorno economico"

CUNEO

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L’assemblea dei sindaci dell’ACSR ha appena nominato il nuovo consiglio di amministrazione, formato da cinque persone. L’obiettivo di questa operazione di rafforzamento della governance e dell’azienda consortile per lo smaltimento dei rifiuti, è quello di affiancare alle competenze contabili e societarie del Dr. Pezzoli (Amm.re Unico uscente), una maggiore rappresentanza del territorio e nuove competenze. 

L’operazione è stata giustificata con i temi legati al forte investimento necessario alla realizzazione del progetto relativo all’impianto di valorizzazione del rifiuto organico con processo anaerobico (biodigestore). 

Il gas metano così prodotto verrebbe immesso in rete con un’operazione di vendita che dovrebbe permettere guadagni superiori al milione di euro annui, grazie anche ai finanziamenti pubblici rivolti specificatamente all’attivazione di questo tipo di processi di economia circolare, inquadrati in una politica volta a favorire il recupero dei rifiuti, in questo caso continuando a produrre compost, unitamente a gas non proveniente da combustibile fossile. 

Si tratta di un’operazione di Green Economy su cui il Partito Democratico non ha motivo di sollevare obiezioni, in grado di garantire il ruolo ed il futuro di ACSR, mantenere il controllo sul ciclo dei rifiuti ed aprire alle necessarie sinergie con gli altri consorzi della provincia. 

Il nuovo CdA dovrà, quindi, da subito farsi carico di affrontare, così come richiesto dal PD e da altri gruppi della maggioranza che regge l’Amministrazione Comunale, il nodo di fondo riguardante la necessità, per ottenere l’indispensabile ritorno economico dell’investimento, di acquisire dall’esterno del bacino di utenza della società consortile una notevole quantità di rifiuti organici (umido). 

L’ACSR è una società ”in house“, cioè composta da soci pubblici (54 Comuni) che si avvalgono dello strumento societario per fornire un servizio esclusivamente ai propri associati. Nel rispetto del principio della libera concorrenza, centrale nella normativa europea, soltanto il 20% del fatturato può provenire da operazioni effettuate con clienti non facenti parte della cerchia dei soci, condizione posta per poter affidare appunto “in house” un servizio che - altrimenti - dovrebbe essere gestito direttamente da ogni singolo Comune, o messo a gara. 

Gli introiti derivanti dallo smaltimento della frazione “umida” degli altri tre consorzi provinciali (Langhe/Roero, Monregalese, Saluzzese), obbiettivo primario nell’ottica di una nuova strategia territoriale sul tema, eccederebbero il tetto del 20%. 

Il PD cittadino ha chiesto al Sindaco di sollecitare costantemente il nuovo CdA alla tempestiva scelta tra le diverse soluzioni in grado di sciogliere questo nodo, seguendone i lavori con la massima attenzione e rendicontando costantemente sugli sviluppi e sulla soluzione che verrà scelta. 

Apprendendo, infine, come gli organi tecnici della Provincia abbiano deciso di assoggettare il progetto a VIA-Valutazione di impatto ambientale, optando per un iter che prevede il massimo coinvolgimento di cittadini ed associazioni, il PD cuneese considera positivamente una scelta atta a garantire un percorso trasparente e di scelta partecipata.

IL CIRCOLO PD DI CUNEO 

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