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Bimbi dell'Infanzia di Trinità nel cortile della casa di riposo per augurare ai nonni buon Natale

FOSSANO

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CUNEO CRONACA - “Questo sarà un Natale che ricorderemo nel tempo...speciale, ma non solo in senso negativo, diverso... A noi, bambini ed insegnanti della scuola dell'infanzia di Trinità ha fatto venire voglia di condividere.

La gioia che abbiamo dentro è talmente grande che abbiamo sentito forte il bisogno di distribuirla nel paese.

Abbiamo incominciato col portare un albero di Natale di legno, carico di bigliettini preparati dai bambini ad Elisa, la coordinatrice della casa di riposo. Il giorno di Natale Elisa ci ha promesso che ogni nonno ed ogni nonna avrà in dono un biglietto che scalderà loro un po' il cuore.

La passeggiata alla casa di riposo è stata carica di emozioni. Appena entrati nel cortile del ricovero si vedeva una sola nonnina affacciata ad una finestra e ancora nessuno nella veranda.

I bambini hanno iniziato ad intonare un coro gridando "Nonni, nonni, nonni!!" E appena gli ospiti sono arrivati davanti ai vetri che affacciavano sul cortile, hanno iniziato a salutare agitando le mani e le braccia e mandando baci a tutti i bambini e alle maestre. Si sono visti tanti occhi lucidi, quelli dei nonnini, delle maestre, del personale del ricovero e anche un briciolo di malinconia in qualche bambino che avrebbe voluto entrare per salutarli. Hanno anche cantato, con la voce un po' tremante, qualche strofa di Girotondo di Natale, continuando a salutare. Due generazioni si sono incontrate, il passato e il futuro, l'esperienza di una vita vissuta e la speranza di una vita che sboccia.

Due parti della società apparentemente fragili ma che con il loro sorriso e i piccoli gesti di gentilezza racchiudono in sé il messaggio più potente in grado di salvare questo nostro mondo ferito: l'amore e la cura.

Durante un'altra passeggiata per Trinità, in luoghi strategici e nei negozi sono stati lasciati altri biglietti di auguri, in cui i bambini regalano a chi legge un pensiero gentile. Che bello, succedesse davvero, che anziché essere contagiati dal "mostricciattolo", come lo chiamano i bambini, fossimo tutti toccati nel profondo da tanta tenerezza e spontaneità sparsa per il paese!”

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