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Aspettando Zingaretti, non Godot, dopo i risultati delle elezioni europee

CUNEO

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PIERCARLO BARALE - Dopo il lungo sonno del dopo Pd renziano, le sconfitte elettorali, la presa del potere dei gialloverdi, ci siamo abituati alla inesistenza delle opposizioni. A tal punto che si è creata, di volta in volta, una opposizione interna al governo, con i vice premier in apparente momentaneo contrasto.

Zingaretti avrebbe potuto - non si comprende perchè non lo abbia fatto - assumere, con tutto ciò che disponeva come Pd e alleati già litiganti e separati, un atteggiamento meno remissivo, più vivace e determinato, anche a livello di messaggi diretti, televisivi e mediatici. Abbiamo assistito invece alle quotidiane sceneggiate Salvini-Di Maio, come in una commedia napoletana. Il premier Conte ha accettato parecchi giudizi negativi, con stoicismo.

E' lo strapotere salviniano. Solo un paio di guizzi di dignità. Secondo Salvini, è lui solo che comanda - a suo criterio. Tutto fa parte delle funzioni e competenze del ministro dell'interno. Dai porti, in realtà sottoposti al ministro Toninelli, agli esteri, con acquiescienza totale del titolare del dicastero. Ci sono state quotidiane boutade salviniane, con uso costante di aerei di stato, in modo da realizzare un perfetto giro del paese. Scortato, trasportato e seguito. Manifesti non graditi sono stati puntualmente fatti staccare, anche con l'intervento - ma chi paga? - dei vigili del fuoco; sequestro immediato di telefonini con selfie non graditi.

Zingaretti ha privilegiato la formazione della lista per le europee, riuscendo a riunire le tacite anime del centro sinistra. Alla luce delle caratteristiche della consultazione - sbarramento al quattro per cento e proporzionalità - è stato abile in questa operazione. Le componenti rimaste fuori, nonostante le insistenze fra un fronte comune, sembrano destinate a non andare in Europa poichè probabilmente non supereranno la soglia.

Sarebbe stato opportuno, soprattutto a fronte dell'imperversare quotidiano - diurno e notturno - del "capitano", un minimo di opposizione, anche nelle piazze. Una democrazia non può vivere senza opposizione: diventa dittatura o spartizione contrattuale del potere, non finalizzata al buon governo, alla risoluzione dei problemi dei cittadini, ma al potenziamento dei partiti, al mantenimento del governo. Salvini, potendo procedere senza opposizioni, toccando anche più obiettivi di propaganda ogni giorno, arrivando in aereo di stato con poliziotti al seguito, mi ricorda - nel dopoguerra - la Madonna Pellegrina, che arrivava in ogni comune in elicottero. Spesso accompagnata - c'era la Dc al potere - da politici con il rosario.

Dopo tanti anni, eccolo riapparire - il rosario - nelle mani di Salvini - e non è la prima volta - all'incontro di Milano, con i baci indirizzati alla Madonnina ed i "bu - bu" destinati a Papa Francesco, dai fan del capitano. Le offese provengono da quella pancia del paese che può valere il 30 per cento dell'elettorato. Il restante 70 per cento rappresenta l'inverso, e non solo per quanto riguarda la stima per il pontefice. Non siamo alla vigilia della battaglia di Lepanto, con la coalizione veneziana contro i turchi, o quando si gridava da parte dei lagunari, benedetti dal Papa "Dio è con noi".

Salvini cerca di coalizzare i populisti sovranisti per demolire l'Europa, così assecondando il desiderio - ed anche le manovre - dell'amico Putin. Contemporaneamente compiacendo Trump, che non lo riceverà personalmente nei prossimi giorni, ma pare lo destinerà per un colloquio al suo vice. Ambedue i leader mondiali - la Cina per ora vede l'Europa come partner commerciale - vorrebbero la fine dell'Ue e dell'euro. Salvini sembra correre per loro, utilizzando il rosario come il pifferaio magico, cercando consenso con promesse quasi irrealizzabili e provvedimenti che appaiono anche contrari alla Costituzione.

Piercarlo Barale

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