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Alle Europee vedremo se l'infinita propaganda quotidiana può davvero dilatare la "pancia" degli italiani

CUNEO

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PIERCARLO BARALE - Qualche decennio fa, Renzo Arbore terminò le puntate - seguitissime nonostante fossero in seconda serata - di "Quelli della notte". Gli venne domandato perchè, nonostante le insistenze provenienti da spettatori ed emittente, non intendesse continuare e neppure riapparire in Tv con altri spettacoli.

Lo spiegò in modo comprensibile a chi era in grado di intendere il significato delle sue considerazioni. Infatti già allora, come oggi, un buon 30 per cento dei cittadini aveva difficoltà a comprendere il significato di una frase, o un concetto, perchè affetti da "analfabetismo funzionale".

Quelli che compresero il pensiero dell'artista dello spettacolo e si rammaricarono della decisione, percepirono che si trattava - per Arbore - di evitare la sovraesposizione mediatica. Non era un "Paganini non ripete", che il grande violinista utilizzava per evitare di passare la notte in teatro, a fronte di interminabili "bis" - con qualche rara eccezione, in base alla personalità delle istanze.

Arbore aveva compreso - come invece non comprendono ancor oggi uomini di spettacolo e politici rampanti - che l'eccessiva visione di un pur capace, simpatico, artista o imbonitore, provoca, anche in tempi brevi, repulsione negli spettatori. Bisogna saper dosare le presenze, mantenendo un alto indice di professionalità. I maratoneti non partecipano ogni anno a più di tre - quattro gare ad altissimo livello. Solo una limitata quantità di gare, dopo costanti allenamenti sui mitici 42,800 metri di percorso, riservati a eventi estremamente combattuti, consente al fisico dell'atleta il massimo rendimento. Chi non segue una preparazione attenta, rischia il superallenamento, se eccede nel chiedere al fisico troppe prestazioni, anche in allenamento, che farebbero presagire vittorie nelle gare ufficiali.

Penso che ormai i due vicepremier non pronuncino quasi parola senza il visto dei loro comunicatori, utilizzando i social per informarci di ogni azione quotidiana, a volte anche il mangiare e bere. Il maestro è Salvini, con un piccolo esercito di comunicatori, apparizioni a livello di una quindicina ogni giorno, su tutti i telegiornali, trasmissioni di ogni tipo, abiti con stellette militari, in una circostanza anche un mitra ben esibito. Pensava forse che la pancia degli italiani - quel 30 per cento che ragiona in base alla paura che viene inculcato, teme di perdere i beni, di vedersi invadere dai "negher" - potesse estendersi. Invece, dopo aver esagerato nell'esposizione di ogni tipo, si è probabilmente accorto che non è superabile tale limite, se non per un picco temporaneo, con un immediato - secondo il linguaggio di Borsa - rimbalzo. Tanto alto è stato il picco che, in rimbalzo e poi assestamento, le sue ultime quotazioni nei sondaggi sono state indicate attorno al fatidico 30. La sua fotografia con mascella prominente e sguardo volitivo nel libro oggetto di contestazioni all'editore pare abbia preoccupato il 70 per cento degli elettori. Cioè di quelli che hanno compreso le mire del leghista ad accaparrarsi l'intero potere: anche di quello esercitato dal ministro degli Esteri e da quello delle Infrastrutture e trasporti, e pure dal premier Conte?

Potrebbe così, modificando il codice della Navigazione, bloccare i porti, che finora ha soltanto chiuso a parole. Ciò gli consentirebbe anche di indossare la divisa della Marina militare, magari con uno di quei berretti ricchi di fregi dorati. Salvini pare in un viaggio per il potere assoluto, affiancato anche da personaggi dell'estrema destra mai contrastati nè da Berlusconi prima, nè ora.

Si è verificata - ed è in atto - una generale reazione delle “vittime” - il 70 per cento dell'elettorato - che potrebbe ridimensionare, già dalle elezioni europee, l'aspirante duetto. Si è insistito con 60 milioni di italiani sulla presenza di 600 mila migranti irregolari, mentre erano 90 mila. Si è promesso di rimandare tutti a casa in due mesi. Sono ancora qui.

La maggioranza del nostro popolo rimane generoso ed ospitale...

Piercarlo Barale

 

 

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