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A spasso tra le sagome viola e bianche a Bra per dire basta alla violenza sulle donne

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - "A Bra, in provincia di Cuneo, un weekend dedicato al tema contro la violenza.

E' sabato sera, passo davanti al Movicentro in piazza Nassirya a Bra, tutto vetrate, e scorgo grandi tavoli allestiti con cura e fantasia per un momento coniviviale. Il rosso è il colore dominante, spicca e avvolge l'ambiente, dalle tovaglie, alle decorazioni e persino le persone indossano un richiamo al colore che rappresenta la violenza.

E' il secondo anno che l'associazione Rosso di Sera propone il tradizionale pic-nic per dire No alla Violenza.

La particolarità, appunto, è che ogni partecipante, uomo, donna, e anche famiglie intere con bimbi, provveda con cibi e decorazioni ad apparecchiare la propria tavola, precedentemente prenotata.

Una soluzione originale e pratica per cenare tutti insieme, ritrovarsi per uno scopo comune: dire No alla violenza. E una giuria premierà il tavolo meglio allestito.

L'accompagnamento musicale del gruppo 4Emotions, allieta i commensali, e a rallegrare i festosi e colorati Colwn Grandi Cuori.

Ma il momento di grande attrazione e di suspense è durante la performance di Grace, nota artista acrobata braidese.

Silenzio in sala, tutti col fiato sospeso a seguire le evoluzioni ardite del corpo leggero ed armonioso della bella Grace, che volteggia sospesa, passando con agilità sorprendente, da una corda a tessuti aerei.

Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per la riuscita della serata.

“Il nostro è un No alla violenza in generale - mi piega Danila Rivoira, che la presiede con la vice Elisa Carrieri - lo scopo di Rosso di Sera Bra è di attirare l'attenzione di chiunque si trovi in difficoltà, che subisce una violenza e ad aprirsi e chiedere aiuto. La violenza oggi impera, più che mai.”

“Com'è nata l'idea?” “Il successo di alcuni pic-nic a tema, svoltisi sull'Ala di Corso Garibaldi a Bra, ci ha incoraggiato ad approfondire, così, nel 2015 abbiamo costituito l'associazione.

C'è troppo silenzio attorno alla violenza verso tutti, quindi, le nostre iniziative in apparanza solo conviviali, sono l'occasione per incoraggiare a svelare disagi, violenze subite, che altrimenti, per vergogna o per paura, si tende a tenere nascoste.”

“In che modo le persone chiedono aiuto.” “Per il momento non disponiamo ancora di una sede, ma mi rendo disponibile col cellulare. Ricevo telefonate, più che altro messaggi, di solito il giorno successivo alle manifestazioni, e inizia un contatto, un successivo dialogo. E non solo, le persone contattate, poi, divulgano a loro volta e incoraggiano a loro volta a parlarne e chiedere aiuto.”

“Cosa rispondi a chi giudica troppo teatrale il vostro messaggio solo attraverso l'intrattenimento?”

“E' un modo meno impegnativo per avvicinarsi al tema violenza, la convivialità aiuta a conoscersi, a confrontarsi e crea solidarietà. Almeno, questo è il nostro scopo.”

Danila è una giovane donna, intraprendente che sa trascinare e coinvolgere.

Tanta energia in un corpo minuto: occhi limpidi e profondi, viso luminoso e sorridente, che ispirano fiducia e stimolano ad aprirsi.

Ma l'attenzione sulla violenza non finisce qui.

Domenica 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, via Cavour il cuore di Bra, accoglie e sorprende con l'allestimento di sagome di donne, tutte in fila.

Sono tante, occupano tutta la via. Una accanto all'altra rappresentano la loro tragica sorte, vittime di violenza di ogni genere.

La particolarità è che le sagome, sistemate a cura della Consulta Pari delle Oppotunità, presieduta da Agata Comandè, si alternano col colore viola e bianco.

“Quelle viola - mi spiega Maria Giovanna Milazzo, consigliera comunale e delegata alla Consulta Pari Opportunità - rappresentano le donne uccise, mentre le bianche, quelle che hanno saputo uscirne, grazie alla rete territoriale o famigliare.

Ed ognuna ha una scritta che racconta la propria storia.”

Proseguo nella via dove incontro il banchetto divulgativo dell'associazione Mai + sole di Bra, il cui logo rappresenta un significativa immagine di scarpe da donna di colore rosso.

Ogni paio di scarpe rappresenta una donna e la traccia di una violenza subita.

Tante scarpe, una sorta di marcia di donne assenti, un triste corteo a testimoniare per dire basta alla violenza. Con la speranza che il rosso rappresenti solo il colore della gioia".

Fiorella Avalle Nemolis

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