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Un ponte, un fiume in piena, un terremoto: come in Italia diventiamo troppo facilmente vittime

CUNEO

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BRUNO MURIALDO - Anche noi, in provincia di Cuneo, ci interroghiamo su cosa è successo dopo il crollo del ponte Morandi di Genova dove hanno trovato la morte 43 persone. Le colpe di una disgrazia così grande dovrebbero trovare giustizia. Il ponte era un servizio pagato con i soldi dei cittadini, molti soldi. La vita a volte si perde per un nonnulla, una distrazione. Quella vita che qualcuno avrebbe dovuto assicurare...

Oggi un ponte, domani un fiume in piena, dopodomani un terremoto; e poi la casa che manca sotto di noi, le nostre piccole abitudini che svaniscono dentro una bolgia di parole e di promesse. La Costituzione, la democrazia, i doveri che ci vengono contestati dalla burocrazia: questa è la nostra vita, ed è la stessa che hanno perso quelle persone che transitavano sul ponte mentre crollava.

La giustizia farà il suo corso, questo ci dicono. Chi dovrà pagare pagherà, ma il rischio è che a pagare siano sempre gli stessi. Quei pedaggi così cari lo erano da molto tempo, ci voleva poco a capire che erano i più cari di Europa, i ponti con quei soldi non dovevano crollare. Quei morti non devono tacere, devono affacciarsi davanti ai colpevoli per inchiodarli alle loro responsabilità...

Bruno Murialdo

(Foto scattata sul ponte Morandi di Genova prima del crollo)

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