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Ai sindaci della Valle Stura non piace cosa ha deciso la Provincia sulla caccia

MONTAGNA

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"Come amministratori dei Comuni dell'Unione montana Valle Stura, in provincia di Cuneo, interessati alla radicale modifica del piano venatorio territoriale approvata dal Consiglio provinciale con delibera 20 del 4 maggio scorso, abbiamo presentato una corposa serie di osservazioni che denunciano meticolosamente l'inopportunità della decisione.

Infatti, l'intera previsione di rimodulazione per il territorio della valle presenta situazioni del tutto inappropriate e mai condivise con gli enti territoriali interessati, sia nello spropositato aumento di zone "protette", le quali vanno a Demonte, Pietraporzio e Sambuco ad ampliare di molto l'area oggetto di incendio nel 2017 e in cui è dunque de facto vietata la caccia per un decennio, sia nell'introduzione dell'attività venatoria in bassa valle tramite la cancellazione della Zrc "San Membotto" che interessava fino a maggio i comuni di Roccasparvera, Gaiola e Moiola. Zona questa che negli anni è diventata la principale attrattiva territoriale per attività turistiche, sportive ed escursionistiche. Infine, l'apertura alla caccia di alcune zone del territorio di Argentera crea un forte impatto sulla presenza del cervo.

"Siamo fermamente convinti che anche solo un passaggio informale con i Comuni in fase di definizione della delibera avrebbe evitato spiacevoli incomprensioni e contrasti che nascono invece da ridefinizioni oggettivamente insensate. Siamo altresì fiduciosi di un accoglimento delle nostre concrete controdeduzioni, mettendoci a disposizione per qualsiasi necessità di approfondimento da parte della Provincia".

Fabrizio Biolé, sindaco di Gaiola
On. Monica Ciaburro, sindaco di Argentera
Loris Emanuel, sindaco di Moiola
Giovanbattista Fossati, sindaco di Sambuco
Marco Frigerio, sindaco di Pietraporzio
Manuel Guerra, sindaco di Roccasarvera
Laura Porracchia, sindaco di Demonte

(Nell'immagine una delle aree più colpite dagli incendi boschivi nell'autunno 2017)

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