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"Cuneo, senza impresa non c'è futuro per le Terre Alte della Granda"

MONTAGNA

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Le Terre Alte hanno un estremo bisogno di essere conosciute nello loro tante sfaccettature: più si dedica attenzione a questo tema, maggiore è la possibilità di valorizzarle concretamente. La questione riguarda da vicino la Granda che, con 134 Comuni classificati montani su 247, è la provincia delle Terre Alte per eccellenza.

Il ministro delle Autonomie e degli Affari Regionali, Erika Stefani, ha ricevuto il dossier con le proposte formulate dal tavolo "Innovazione sostenibile e imprese in montagna" coordinato da Confindustria, attraverso la rete per le Terre Alte, cui aderisce anche l’Associazione degli Industriali della Granda e proprio nel capoluogo della provincia il tema della montagna sarà alla ribalta nel fine settimana e nei giorni successivi con l’undicesima edizione del Cuneo Montagna Festival.

“Ogni strumento che abbiamo a disposizione, da quelli istituzionali agli eventi che attraggono l’attenzione del pubblico più ampio – commenta il presidente di Confindustria Mauro Gola – è fondamentale per ricordare che, senza imprese, la montagna muore". “Il documento programmatico di Confindustria - prosegue il presidente Gola - contiene diversi e articolati punti. Dagli investimenti nella ricerca e nei ricercatori industriali, allo sviluppo del lavoro agile come modalità di lavoro per ridurre le distanze fisiche proprie dei territori di montagna, dall’introduzione di un “credito di imposta” utilizzabile dai beneficiari in compensazione con i propri debiti erariali e contributivi per investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione all’attivazione di bandi interprovinciali e interregionali per permettere la collaborazione tra imprese, centri di ricerca, università, start up che superino i confini amministrativi. Innovazione e sostenibilità rappresentano due fattori chiave per favorire il sistema di imprese, soprattutto manifatturiere, che costituisce la leva più importante per garantire occupazione e quindi sviluppo alle aree montane”.

“Senza impresa – dichiara Alberto Ribezzo, presidente del Gruppo giovani imprenditori di  Confindustria Cuneo - non c’è futuro per le Terre Alte. Ed è da questo punto che deve partire ogni programmazione per i nostri territori. Con una premessa fondamentale: prima di tutto serve un nuovo immaginario collettivo della montagna. Bisogna uscire dalla rappresentazione di queste aree come regno della natura non contaminata dall’attività umana, dove l’ecologia è possibile in quanto altra rispetto alla dimensione produttiva. Luoghi senza economia, senza lavoro, senza trasformazione della materia da parte dell’uomo e della tecnologia. Un immaginario, questo, tipicamente urbano, di chi non vive in montagna. Un immaginario che rimanda a una visione patrimonialistica dei territori. Un immaginario che mal si concilia, però, con nuove e più incisive politiche di sviluppo delle Terre Alte, con progettualità di vita e di lavoro di nuovi potenziali montanari, con azioni e iniziative per il mantenimento del sistema di imprese, soprattutto manifatturiere, che generano occupazione e benessere anche ad alta quota. Un immaginario che, in ultima analisi, è ostile alla sopravvivenza stessa delle zone montane”.

“Le montagne – conclude Giuliana Cirio, direttore di Confindustria Cuneo - possono dunque trovare un impulso allo sviluppo se sapranno costruire un nuovo racconto di se stesse: non più come terre selvagge e abbandonate a una natura incontaminata, bensì come aree dove l’innovazione tecnologica e sociale, la qualità del capitale umano e sociale, le sfide ambientali rappresentano nuove opportunità”.

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