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SAVIGLIANO/ Il professore Barbero è tornato ad incantare, con storia e letteratura, gli allievi del "Cravetta"

SAVIGLIANO

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Alessandro Barbero, lo scrittore adottato nell’ambito del progetto promosso dal Salone Internazionale del Libro, è tornato al Cravetta nella mattinata di giovedì 12 aprile, pronto e carico per discutere di Storia e Letteratura.

Nella prima parte le domande al professore da parte degli allievi partecipanti si sono concentrate sulla Francia della Rivoluzione e su Napoleone, su alcuni particolari della biografia che da sempre destano curiosità, sulle armi da lui utilizzate e sulle strategie militari, sulle riforme promosse e sul consenso che raccolse, fino agli ultimi anni da sconfitto e alle cause della morte.

Si è così scoperto che il grande Napoleone era davvero basso, che per tutta la vita continuò a parlare in italiano, che da piccolo nobile di periferia divenne generale perché seppe approfittare dei cambiamenti portati dalla Rivoluzione, di come nella sua epoca i soldati fossero coscritti e si dovessero pianificare tecniche per non farli scappare durante le battaglie di fanteria (il terrorista attuale, invece, fanatico religioso, sviluppa uno spirito di sacrificio per cui non va persuaso ad affrontare il rischio), di quanto lontani fossero dalle armi automatiche il moschetto o le baionette, di come il corso si fosse presentato al popolo come colui che poteva riportare la stabilità e di come fu furbo a concretizzare per gradi l’accentramento del potere.

Con il collegamento a Foscolo, si è tornati in Italia e si è passati alla seconda parte, lungo momento in cui si sono condivise impressioni su questioni più attuali e anche legate alla scuola. Uno studente, rievocando appunto la delusione dello scrittore de Le ultime lettere di Jacopo Ortis dopo il trattato di Campoformio, ha chiesto perché oggi i giovani non provano più un senso di appartenenza alla Patria. E il professore ha spiegato che, in realtà, prima che la Rivoluzione francese inventasse il concetto di “nazione”, questo attaccamento non esisteva (ed è partita la declamazione dei versi della Commedia in cui Dante si scaglia contro Genovesi e Pisani!). Lo si sperimenta e vive fino in fondo, tra bandiere inni marce e letture del libro Cuore, fino alla Grande Guerra, durante la quale si comincia a pensare che forse di morire per la Patria non ne vale la pena. “Per qualche anno si è sperato – chiosa Barbero sull’argomento – che l’Europa suscitasse lo stesso tipo di attaccamento”.

“Quali sono gli eventi attuali che passeranno alla Storia?” è la domanda posta immediatamente dopo. “Certamente i cambiamenti tecnologici. Il resto non lo si può sapere, possiamo solo interrogarci. La Chiesa tornerà ad essere una forza trainante? L’Occidente sarà ancora un mondo di diritti?”.

In conclusione, l’appassionato divulgatore, che ipnotizza con la sua mimica e sorprende con la sua ironia, si è confrontato con i professori sulle programmazioni di Storia contemporanea e il dibattito non poteva che convergere sulla più che complessa congiuntura geopolitica in Siria. Per cercare di comprendere questa e le tante altre situazioni controverse è fondamentale un’accurata selezione delle fonti. Suggerimento più che fondato e per il quale, approfittando della competenza del loro interlocutore, gli allievi chiederanno ulteriori e più pratici approfondimenti durante il prossimo incontro del 26 aprile.

E, mentre il Cravetta continua a sentirsi onorato di collaborare con Barbero per questo progetto, pensa già che mancherà nelle aule, non tanto come storico o scrittore, ma come uomo che sa trasmettere il desiderio di conoscenza e ricorda come, impegnandosi, si può arrivare a narrare, descrivere e argomentare il proprio bagaglio culturale.

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