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Saviano ai 900 di Alba: "Fate in modo che vivere onestamente non sia inutile"

ALBA

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Circa novecento persone hanno partecipato all’incontro con Roberto Saviano nel Teatro Sociale “G. Busca” di Alba, in provincia di Cuneo.

Lo scrittore saggista di origini campane è stato accolto prima informalmente nel camerino dal Sindaco Maurizio Marello, dall’Assessore alla Cultura Fabio Tripaldi, dal Presidente del Centro Studi “Beppe Fenoglio” Margherita Fenoglio e dal Direttore dello stesso Centro Bianca Roagna. Poi, l’accoglienza pubblica sul palco con il caloroso e lungo applauso del pubblico del teatro eccezionalmente aperto su due sale al quasi tutto esaurito.

«Siamo davvero onorati di accogliere Roberto Saviano ad Alba - ha detto il Sindaco Maurizio Marello sul palco del teatro – perché ospitiamo volentieri le persone che a vario titolo impegnano la loro vita per testimoniare la legalità, soprattutto con i giovani. Questa sera ad assistere all’incontro qui in teatro ci sono tanti ragazzi delle nostre scuole. Accogliamo con onore persone come Saviano perché la nostra città nel 1949 fu decorata dal Presidente della Repubblica come città medaglia d’oro al valor militare per la lotta partigiana di liberazione. Alba fu uno dei capoluoghi più importanti della Resistenza narrata magistralmente da Beppe Fenoglio, un luogo che contribuì a restituire al nostro paese la democrazia e la libertà. E noi sappiamo che Roberto Saviano lotta quotidianamente affinché le future generazioni possano continuare a vivere nella vera democrazia e nella vera libertà e di questo lo ringraziamo».

Per conto della Fondazione Nuovo Ospedale Alba – Bra onlus, il Sindaco Marello ha poi consegnato a Roberto Saviano un magnum di Barolo prodotto con le uve della vigna piantata da Camillo Benso Conte di Cavour ai piedi del Castello di Grinzane, con l’etichetta riportante due bambini disegnata dall’artista Valerio Berruti.

Dopo l’accoglienza, il dialogo tra Roberto Saviano e lo scrittore Giuseppe Culicchia sull’ultimo libro del saggista “La paranza dei bambini” (Feltrinelli 2016). Saviano ha inizialmente parlato del suo esordio con la scrittura attraverso il suo primo volume “Gomorra. Viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra” pubblicato nel 2006 senza calcolare le conseguenze. Inizialmente stampato in 5 mila copie ne ha poi venduto oltre 2 milioni e 250 000 solo in Italia e 10 milioni nel mondo.

«Il mio fu un inizio complicato e strano – ha ricordato Roberto Saviano davanti al pubblico – quando ho scritto quel libro non temevo le conseguenze, non pensavo neanche di essere letto. Avevo 26 anni. Ho iniziato a scrivere il libro a 24. Poi successe la magia del passaparola. Mi chiamò un esponente della casa editrice e mi disse che entravo in classifica. Io chiamai mio fratello e gli dissi “ci possiamo comprare la motocicletta”. Motocicletta che non ho mai ritirato perché fui messo sotto protezione poco dopo. Quello che ha fatto impazzire i poteri è che il libro e gli argomenti sono finiti nella testa di molte persone».

Per quanto riguarda l’ultimo saggio “La paranza dei bambini”, lo scrittore ha spiegato: «E’ tratto da una storia vera ispirata ad un’inchiesta giudiziaria chiamata “la paranza dei bambini”. E’ la storia di Nicolas, in realtà Emanuele. L’idea che lo spingeva a delinquere era “ce la posso fare solo se faccio un mucchio di soldi” anche se sapeva benissimo che sarebbe morto».

Saviano ha chiuso il suo dialogo con Giuseppe Culicchia ricordando Corrado Alvaro, lo scrittore calabrese autore di “Gente in Aspromonte”, (Firenze, Le Monnier, 1930). «Diceva – ha raccontato Roberto Saviano – che a ispirarlo è sempre stato suo padre impegnato contro la sua disperazione. Era un maestro di scuola che bocciava solamente per non far lasciare la scuola ai suoi allievi, altrimenti diventati pastori bambini. Li teneva a scuola fino a 16 anni. Così ha salvato generazioni. Poi diceva che la più grande disperazione di un paese è quando accade di pensare che vivere onestamente sia inutile”. Secondo me andare in giro, leggere e vivere questi incontri ci permette di essere consapevoli che vivere onestamente non sia inutile. Fate che non sia inutile».

L’evento promosso dall’Assessorato alla Cultura in collaborazione con il Centro Studi Beppe Fenoglio e con il supporto delle aziende vitivinicole Ceretto e Babel Agency di Francesca Tablino e Greta Messori.

 

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