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'Riflessioni sul patto per il sociale' con Chiara Saraceno

SALUZZO

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ELISA AUDINO - Ancora un appuntamento 'alto' a Saluzzo: dopo la presentazione del film documentario 'Su campi avversi' del mese scorso (https://www.cuneocronaca.it/notizia.php?nID=6931), Saluzzo alza l'asticella e venerdì 4 marzo ospiterà la tappa cuneese del ciclo di incontri 'Agorà del Welfare'.

L'evento, organizzato dall’Assessore alle Politiche Sociali, alla Famiglia e alla Casa della Regione Piemonte Augusto Ferrari, avrà luogo presso la sala specchi dell'ex Caserma Musso alle 18 e vedrà la partecipazione di ospiti di assoluto rilievo: Chiara Saraceno - Honorary Fellow al Collegio Carlo Alberto e Livia Turco – Presidente della Fondazione Nilde Iotti e già Ministro della Solidarietà sociale e della Salute.

Il dibattito sarà introdotto da Paolo Allemano, portavoce di maggioranza nella Commissione Sanità e Politiche sociali e promotore dell’incontro sul territorio, e coordinato da Giulia Scatolero.

Chiara Saraceno arriva dalla recente pubblicazione de 'Il lavoro non basta', edito da Feltrinelli, presentato a Cuneo nell'ambito della manifestazione Scrittori in Città (https://www.cuneocronaca.it/notizia.php?nID=5577): di lei, non occorrerebbe aggiungere altro, se non che è una delle più importanti sociologhe italiane e che ha lavorato e scritto lungamente sul tema del welfare, della famiglia e delle dimensioni della cura, attraversando il mondo del femminismo torinese (suoi i più importanti lavori italiani sulle questioni di genere) e ritornando, infine, proprio al tema della povertà e del welfare, inteso come un welfare che deve rinunciare a essere categoriale e puntare, invece, all'universalità.

Sul welfare state, invece, si sono stesi capitoli, ma ancora, a molti, i termini (benessere e stato) evocano un che di assistenzialismo e buonismo. Esattamente l'opposto di quel che si era voluto cercare di creare a inizio '900 quando, il famoso rapporto Beveridge del '41  sottolineò che povertà e mancanza di salute erano, semplicemente, dovute alla perdita di reddito e che i sussidi compensativi penalizzavano chi aveva carichi familiari.

Sono passati decenni, il welfare si è aperto in direzioni differenti - dal welfare familistico mediterraneo che tende a fare affidamento alle capacità residuali della famiglia a quello tendenzialmente universalistico del nord Europa - ma, ancora, oggi tendiamo a dimenticare che la definizione del suo orizzonte influisce sul resto delle politiche nazionali e sulla stessa definizione che si vuol dare del cittadino.

La Saraceno direbbe, oggi, ad esempio che il primo risultato delle sbagliate politiche occupazionali e della crisi economica è stato un aumento esponenziale della povertà, non tanto su base individuale, ma su base familiare, e che, in questo, il welfare ha una grossa responsabilità. Probabilmente attaccherà nuovamente la politica degli 80 euro, misura da lei ritenuta del tutto categoriale, ma sicuramente aprirà spazi di riflessione di cui c'è ampia necessità. Un appuntamento da non perdere.

Elisa Audino

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