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Quella grande paura a Torino che non ha precedenti dalla seconda Guerra Mondiale

CUNEO

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PIERCARLO BARALE - Le responsabilità di ogni ordine - civili, penali, amministrative, fiscali e contabili - sono sancite dai codici, dalle leggi e dai regolamenti. Quelle di ordine morale, le violazioni delle regole di educazione comunemente condivise, il mancato rispetto degli impegni, non sono sanzionati, ma non per questo sono inesistenti, oppure inefficaci. Anzi, talvolta - come è avvenuto in questi ultimi anni - sono state le violazioni di natura etico-comportamentale a provocare clamorose dimissioni, pur in assenza di sanzioni. Ciò che appare inopportuno, anche se al di fuori della sfera penale - l'ultimo limite - è stato determinante per escludere alcuni responsabili dalla contesa politico-amministrativa. Così è - vedasi nel mondo anglosassone - per il mancato rispetto dell'etica di impresa, i diritti degli azionisti e dei consumatori.

Possiamo dire che la tragedia torinese, con 1527 feriti - per fortuna senza morti e con pochissimi gravi - è l'evento lesivo, dal dopoguerra, con più vittime. Solo in guerra si sono contati, soprattutto per bombardamenti a tappeto, più feriti. Senza l'intervento di qualche fanatico votato al paradiso con tanto di vergini in attesa ed alla benedizione del Califfo, a Torino sono fuggite terrorizzate trentamila persone, con il rischio di una carneficina di dimensioni enormi. Gli organi di informazione, dopo l'iniziale stupore e quasi silenzio nella domenica seguente i fatti, sono finalmente arrivati alla descrizione attenta di quanto accaduto.

Sicuramente la magistratura torinese saprà svolgere indagini accurate e tempestive per identificare i responsabili di quanto accaduto. Nulla di tutto questo è avvenuto a causa di attentatori, già o meno a conoscenza degli investigatori dell'antiterrorismo. E' stato un quasi attentato di natura domestica, provocato non da atti, ma da non atti, comportamenti omissivi, trascuratezza, incapacità di amministrare e di tutelare la pubblica incolumità. La sindaca alla finale di Champions League, il vice in vacanza, gli assessori assenti.

La macchina dell'organizzazione non ha funzionato, perchè non è stata messa in moto. Potevano arrivare altre 20 mila persone, come si sono assiepate le 30 mila di fronte al maxischermo. Dopo Manchester e tutti i precedenti attentati, non poteva - ragionevolmente - essere pubblicizzata l'iniziativa per piazza San Carlo, senza pensare ai rischi ed al particolare momento che stiamo vivendo, con il crollo del regime del Califfo e la necessità di dimostrarne la vitalità con azioni a ripetizione.

La sindaca, in una prima dichiarazione, sotto il fuoco delle contestazioni ed alla luce dell'enormità delle conseguenze del suo non operato, ha affermato di essere pronta ad assumersi le eventuali responsabilità che dovessero emergere dall'inchiesta. Subito dopo, ha invece affermato che il Comune è pronto in tal senso. Parole inutili e forse mal suggerite. Le responsabilità - anche di ordine penale - sono accertate giudizialmente, non perché i presunti responsabili dei fatti - e dei non fatti - dichiarano di essere pronti ad assumersele.

L'operato dell'amministrazione torinese ed in particolare della sindaca, responsabile della sicurezza pubblica, è sotto esame da parte della Procura della Repubblica. Così come avviene per prefetto, questore e forze dell'ordine. Vi sono responsabilità per aver agito in modo non conforme a leggi e regolamenti. Vi sono responsabilità per non aver agito, sicché gli eventi dannosi sono avvenuti. Vi sono i danni materiali e morali delle 1527 vittime della mancata gestione dell'evento, con tutte le omissioni già ampiamente indicate in questi ultimi giorni dagli organi di informazione.

Organizzare in tal modo un evento con potenziali 50 mila partecipanti, ivi compresi i cosiddetti tifosi delle curve, notoriamente propensi a movimentare le partite di calcio, è stata pura incoscienza. I responsabili - sindaca per prima - ove vengano accertate violazioni - anche omissive- dei loro doveri, saranno giudicati in sede penale. Avranno titolo, nei loro confronti, a costituirsi parte civile tutti i danneggiati. Se il Comune di Torino sarà tenuto a risarcire, potrà rivalersi sugli amministratori - sindaca per prima. Vi sarebbe l'intervento autonomo della Corte dei Conti. Le scuse tardive sollecitate da più parti, sono finalmente arrivate. Paiono diplomatiche più che sentite. Hanno avuto un parto lungo e travagliato, durato 7 giorni.

Piercarlo Barale

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