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Quell’Illuminata a Cuneo: l’altra faccia (spiacevole e triste) della medaglia

CUNEO

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PIERO ARESE - Adesso che l’Illuminata ha spento le sue luci, credo che si percepisca meglio il declino irreversibile di questo evento sempre più estraneo ai cittadini cuneesi. Per converso, so che per dieci giorni una donna, residente nel centro storico, con gravi problemi di salute, non ha potuto riposare in modo adeguato a causa dell’assordante rumore, al di fuori di ogni limite di sopportabilità umana, generato da una colonna sonora scombiccherata e senza alcun rapporto coerente con la natura dell’evento.

Nei momenti in cui la rumorosità toccava i punti più alti, i vetri della casa tremavano. L’ho constatato di persona. E così, a sofferenza si è aggiunta altra sofferenza. E’ civiltà questa, signor sindaco? Le rivolgo questa domanda perché mi risulta essere lei a concedere l’autorizzazione in deroga ai limiti prescritti da leggi e regolamenti. E questa deroga significa sparare una quantità spropositata di decibel nelle casse degli altoparlanti?

Ai soloni del permissivismo, ai sostenitori delle movide o presunte tali pongo una semplice domanda: quando il diritto al divertimento confligge con il diritto al riposo, quale dei due deve prevalere in un paese civile? La risposta mi pare evidente poiché il riposo costituisce un diritto irrinunciabile proprio della persona e perciò assume un carattere di indiscutibile prevalenza, con la presunzione di norme chiare onde evitare eventuali eccessi, se mai dovessero verificarsi. Fare i permissivi sulla pelle degli altri è troppo comodo, o no?

Piero Arese

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