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Quel 21 luglio 1978 da Alba in Scozia a raccogliere fragole: "Il mondo non esisteva"

ALBA

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TERESIO ASOLA - Era venerdì 21 luglio 1978 e noi raccoglievamo fragole in Scozia. Era giorno di paga: 51 sterline e sessanta pence. Lei e io ci sussurrammo un sì nella discotechina nel retro di un pub, al ritmo di Rivers of Babylon e Brown Girl in the Ring. Camminammo alle nostre baracche sotto i barbagli del sole che non scendeva. Mi sentivo più grande della luna, mentre le sue mani stringevano la mia, pendula sulla sua spalla.

Volarono i giorni. Finito il lavoro, noi due scendevamo al Post Office per un Mars, da Iannarelli per il fish and chips o al pub per mezza pinta di Black-and-Tan con i Morrison, padroni della fattoria. Si viaggiava in autostop: al castello di Glamis fra storrmire di fronde e cornamuse nella nebbia, o a Montrose a raccogliere conchiglie. Si camminava al lago per rincasare sotto il sole della notte, bagnati da una pioggia che il vento asciugava. Ci salutavamo davanti alle baracche, in testa una canzone: Les enfants qui s'aiment. Ero uomo ma bambino, a diciassette anni e mezzo.

Nei weekend si andava lontano. «Ehi, lassie, you’re bonnie!» esclamò alla mia ragazza un automobilista, sorvegliando la reazione della moglie. Strinsi la mano alla lassie. Un palombaro delle piattaforme petrolifere ci portò ad Aberdeen, dove dopo un tè con biscotti passeggiammo sul lungomare, Hotel California nell'aria. Per Glasgow e Gourock fummo raccolti da una coppia anziana con cani bianchi e neri come nella pubblicità del whisky. A Oban l'ostello era pieno: dormimmo sulla panchina, incuranti dell’auto della polizia che ogni ora controllava; ci svegliammo alle prime luci sul mare.

Il mondo non esisteva. Il 5 agosto leggemmo del Papa e del record di Sara Simeoni da un giornale abbandonato. Il 15 scoprimmo che era Ferragosto dopo aver lavorato tutto il giorno sotto il sole. L’avventura scozzese finì generando quella della vita, benedetta da piogge che stiravano i capelli, da colori nel cielo e da profumi di terra mescolati al salmastro.

Teresio Asola

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