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Perché senza i nonni di scorta nidi e scuole non dovrebbero fermarsi nei weekend e d'estate

ALBA

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BRUNO MURIALDO - Ci sarebbe bisogno di cambiare questa Italia fin da subito, troppe realtà oggettive non funzionano, sono vecchie e arretrate o, peggio, sindacalizzate anche quando hanno una funzione importante ed essenziale per la collettività. Abbiamo imparato che il pubblico impiego ha dei privilegi che nessun altro settore detiene, privilegi che castigano i bisogni essenziali, nel caso degli asili, dell’educazione dei bambini, la loro condizione psicologica, il rapporto con il mondo e la creatività.

Sotto accusa, da parte di molti genitori, ci sono queste strutture pubbliche che gravano sui bilanci famigliari e sugli esili guadagni delle famiglie. Queste strutture, che dovrebbero avere una funzione di appoggio, rimangono chiuse per molti giorni durante le festività, creando grosse difficoltà alle famiglie che lavorano e non possono rimanere a casa. Una situazione intollerabile, che spezza la vulnerabilità di una famiglia e il bisogno di serenità.

La società moderna è composta da padre e madre che lavorano (quando lavorano) e, in pochi casi, da un nonno e una nonna: per questo motivo, gli asili hanno la funzione di supporto che oggi non garantiscono completamente, perché condotti da comportamenti e privilegi arcani che non hanno più ragione di esistere. Speriamo tutti che presto queste brutte abitudini vengano cambiate. Gli asili e le scuole devono rimanere aperte sempre, soprattutto in un momento difficile e complicato come quello che stiamo vivendo, dove a pagare sono i più deboli. In questo caso, i bambini.

Bruno Murialdo

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E' chiaro che a Cuneo, come nel resto d'Italia, i ritmi della società e del lavoro sono cambiati rapidamente negli ultimi anni. Siamo di fronte a supermercati spesso aperti ache l'intera domenica e ad altri servizi che di conseguenza si adeguano. I nonni non danno più assoluta garanzia di esserci nello stesso paese e città dei genitori. E non dimentichiamo che ci sono mestieri che prevedono turni anche nei weekend, come quello dell'infermiera, del vigile del fuoco, delle forze dell'ordine e via dicendo.

Porsi il problema di un utilizzo effettivo, 7 giorni su 7, di locali pubblici destinati all'assistenza e all'istruzione dei bambini, dall'asilo nido alle scuole dell'obbligo, sarebbe un modo di dimostrare che anche i politici vivono i problemi quotidiani della gente chiamata al voto. Stesso discorso vale per l'estate, dal momento che ci risulta che chi lavora non abbia certo due mesi e mezzo e più di ferie, tra fine giugno e settembre, naturalmente utilizzando al meglio il personale esistente e facendo qualche assunzione mirata.

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