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Perché Auguste Boin gridò a Tenda ancora italiana "Vive la France!"

CUNEO

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Domenica mattina si è svolta a Tenda la cerimonia di commemorazione dell'eroe francese Auguste Boin. Rovistando negli archivî informatici francesi, scopriamo che il Boin era un italiano trasferitosi a Tenda (territorio, ricordiamolo, allora appartenente al Regno d'Italia).

Nel 1945, probabilmente a seguito dell'obnubilante deriva fascista e della devastante guerra voluta da Mussolini, matura il desiderio di una annessione di questa sua terra di adozione alla Repubblica francese.

Paese che grazie a De Gaulle, dopo l'occupazione tedesca e l'umiliazione del regime di Pétain, aveva ritrovato l'orgoglio e la fiducia nei suoi valori di Libertà, Uguaglianza e Fraternità.

Il 17 settembre 1945 interpellato da una pattuglia di soldati italiani, Auguste Boin si allontana gridando «Vive la France!».  I militari aprono il fuoco e lo feriscono mortalmente. È così che Auguste Boin diviene il simbolo dei cittadini filofrancesi che due anni dopo, il 16 settembre 1947, ottengono l'auspicata unificazione dei territorî di Tenda e Briga alla Francia.

Il 17 settembre di 72 anni dopo il sacrificio di Boin, Claudio Rao, francesista ed estimatore dei valori repubblicani francesi, ha inaugurato la commemorazione di colui che, nell'abbracciare fino all'estremo sacrificio i principî universali di Liberté, Egalité e Fraternité, sembra porsi come il precursore di una pacifica rivolta ad ogni oscurantismo e ad ogni prevaricazione in una visione dinamica e in divenire di popoli e Paesi.

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