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Passeggiata tra i luoghi della vita dell'architetto Schellino che diede il volto alla Dogliani di oggi

MONDOVì

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Il 10 maggio 2018 si sono celebrati i duecento anni dalla nascita di Giovanni Battista Schellino (10 maggio 1818 - 5 giugno 1905), eclettico architetto che ebbe i natali nella borgata La Spina a Dogliani, in provincia di Cuneo. L’Amministrazione comunale vuole ricordare, attraverso specifiche iniziative, la sua figura facendo il punto sullo stato della conoscenza in merito al celebre architetto che con le sue opere segnò profondamente il territorio doglianese, e come primo passo per l’avvio di ulteriori approfondimenti critici sulla figura di Schellino, nel contesto del suo tempo fino ai giorni nostri, interrogandoci sull’attualità della sua eredità.

La consacrazione di Schellino nella storia dell’architettura avviene con la pubblicazione del libro di Andreina Griseri e Roberto Gabetti per Einaudi : “Architettura dell'eclettismo. Un saggio su G. B. Schellino”, che segna un momento fondante nella storiografia dell’architettura ottocentesca, un viaggio sorprendente tra culture locali e culture internazionali. Il volto della Dogliani di oggi è il risultato della mano esperta di Giovanni Battista Schellino, che nella seconda metà dell'Ottocento caratterizzò profondamente, con il suo indubbio estro creativo, l'assetto urbanistico della Dogliani dell'epoca.

A partire dal 1852, anno a cui risale il primo progetto della chiesa parrocchiale dei Santi Quirico e Paolo al Borgo e fino al 1887, in cui venne ricostruita la copertura della cupola della chiesa stessa, le opere schelliniane disegnarono la caratteristica fisionomia del paese. Oltre al complesso monumentale delle opere progettate dallo Schellino, Dogliani conserva un patrimonio ricchissimo di disegni, scritti, documentazione varia relativa all’ampia attività dell’architetto, conservata nell’Archivio Schellino, arricchito e completato recentemente dalla donazione della Dott.ssa Elisabetta Gabetti al Comune di Dogliani.

Sabato 19 maggio alle 14.30 si svolgerà la "Passeggiata architettonica. A spasso tra l’architettura e la vita di Giovanni Battista Schellino”. Si tratta di una visita "animata", che alternerà la dimensione del racconto e dell'aneddoto con la voce narrante di Luca Occelli alla più classica visita guidata tematica che toccherà i principali beni (eccezionalmente aperti per l'occasione) e affronterà aspetti della vita, del contesto storico e della sua attività. La passeggiata toccherà luoghi significativi della vita dello Schellino, dalla casa natale di La Spina per concludersi con la sua opera più significativa: l'ingresso monumentale del cimitero cittadino.

In particolare il programma prevede:

- ore 14.30: ritrovo e partenza dal cimitero monumentale
- ore 15.00 casa natale di G.B Schellino “La Spina”. Luca Occelli voce narrante
- visita guidata al Santuario Madonna delle Grazie, piloni delle stazioni del rosario, cappella dell’Immacolata concezione, chiesa di San Lorenzo, ritiro Sacra Famiglia, chiesa parrocchiale SS. Quirico e Paolo, torre dei cessi
- ore 18.30: rientro ingresso monumentale del cimitero e tomba G.B Schellino.

Per il percorso, di circa 6,5 chilometri, si consigliano scarpe da Trekking.

Prenotazione obbligatoria - 0173.70210 | biblioteca.dogliani@gmail.com

Giovanni Battista Schellino nacque a Dogliani il 10 maggio 1818, presso la Borgata La Spina, da Baldassarre e Angela Viglione. Ventenne sposò Anna Chiri, che morì dando alla luce il figlio Baldassarre. Nel 1843, si trasferì a lavorare a Mondovì presso lo studio dell’architetto G.B. Gorresio. Qui conobbe Teresa Roberi e si risposò. Probabilmente, in seguito agli esami, del 1847 e del 1848, ottenne l’abilitazione alla professione di misuratore geometra e anelò per anni al titolo di ingegnere o architetto. Una lettera di Antonelli all’architetto doglianese, datata 1881, dimostra in quale considerazione l’Antonelli tenesse G.B. Schellino. Tornato a Dogliani, si applicò attivamente in lavori professionali, inoltre, oltre alle mansioni proprie del geometra, poté tentare ed eseguire con successo costruzioni molto importanti che gli meritarono a pieno titolo l’appellativo di “architetto”. Lavorava con un ritmo di lavoro massacrante ed essendo molto religioso dedicò gran parte del suo tempo alla progettazione di edifici religiosi e civili di uso pubblico. I suoi progetti spesso furono gratuiti e sovente fornì anche i mezzi per completare il lavoro. La provata abilità è dimostrata dal gran numero di opere architettoniche ed edilizie che punteggiano il nostro territorio: dai lavori di agrimensura, di stima e di perizia, alla risistemazione dell’assetto viario, fino ai grandi progetti di architettura che hanno profondamente segnato l’impatto estetico di molti centri urbani del territorio. Morì il 9 giugno 1905, all’età di ottantasette anni, in discreta povertà.

 

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