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Nelle scuole del Cuneese si elaborano "ricette del dialogo" per una società più unita

CUNEO

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900 studenti, 44 classi: ono i numeri delle 19 scuole protagoniste del progetto “Le ricette del dialogo – cibi e storie per l’intercultura e l’integrazione” nelle province di Cuneo e Torino. Il progetto, promosso dall’associazione Lvia in partenariato con Slow Food, è attivo in Piemonte coinvolgendo il territorio regionale fino a settembre 2019 in attività con gruppi giovanili, scuole, cittadini di origine straniera e la cittadinanza intera per elaborare e attuare delle "ricette del dialogo": azioni di intercultura e integrazione che, attraverso il veicolo del cibo, favoriranno l’incontro e il dialogo e rafforzeranno la coesione sociale scardinando facili pregiudizi rispetto ad una diversa cultura, religione o colore di pelle.

«Le attività con le scuole sono iniziate con la visita a Terra Madre, dove gli studenti di scuole elementari, medie e superiori hanno potuto conoscere tante comunità dal mondo, visitare gli stand dei produttori, partecipare a laboratori, assaggiare cibi inusuali e stuzzicare la curiosità con la conoscenza delle culture indigene e tradizionali, scoprendo novi modi di vivere» racconta Ester Graziano, responsabile Lvia per le attività educative, che continua: «Adesso siamo in una fase di co-progettazione dei percorsi educativi con gli insegnanti».

L’idea è quella di declinare i temi del cibo e dell’intercultura nelle diverse materie per poi passare dalla didattica in classe, all’azione al di fuori delle mura scolastiche, con attività che gli studenti organizzeranno entro la fine dell’anno scolastico per promuovere in concreto l’intercultura attraverso il linguaggio del cibo, coinvolgendo famiglie, associazioni e istituzioni del territorio. I percorsi nelle scuole saranno vari e ampi e vi parteciperanno 10 istituti della provincia cuneese e 9 della provincia di Torino.

Nel cuneese, insieme a Lvia - che opera in 5 istituti comprensivi a Borgo San Dalmazzo, Alba, Bernezzo, Cuneo e Busca - la cooperativa del commercio equo e solidale Colibrì sta coinvolgendo 5 istituti di formazione Alberghiera a Bra, Alba, Mondovì, Dronero e Barge dove porterà l’esperienza educativa del progetto Equochef - l’etica in cucina: delle cuoche africane, sudamericane e asiatiche guideranno gli studenti alla scoperta di sapori e ingredienti dalle rispettive terre di origine. Oltre a cucinare insieme agli studenti, le cuoche-animatrici racconteranno la storia di ciascun piatto, permettendo così ai ragazzi di esplorare il significato sociale, storico e culturale del cibo.

Nel torinese, insieme a Lvia che opera in 2 scuole superiori e 2 istituti compresivi a Torino e Sant’Antonino di Susa, l’Associazione Renken sta accompagnando con i percorsi educativi 2 scuole medie e 3 scuole alberghiere di Torino, portando l’esperienza del Collettivo delle Cuoche Africane che saranno le formatrici dei laboratori dedicati a singoli paesi ed alle rispettive cucine, e racconteranno la loro storia personale legata al cibo e come “a tavola” si possano superare stereotipi e conoscere una diversa cultura. Alcune delle scuole coinvolte hanno inoltre già attivato degli scambi culturali con omologhe scuole senegalesi.

«Le scuole insieme ai partner di progetto stanno progettando i percorsi scolastici, dove noi associazioni mettiamo a disposizione il patrimonio di conoscenza maturato in termini di dialogo interculturale, tra "autoctoni" e "immigrati", ma anche tra diverse generazioni e tra città e campagna» conclude Ester Graziano di Lvia. Aspettiamo quindi nei prossimi mesi le tante attività che saranno organizzate dai giovani studenti che comunicheranno al territorio ciò che hanno appreso con un’azione di cittadinanza attiva e responsabile.

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