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Nella “Finestra dei ricordi" di Franco Gotta di Bra anche un pezzo di storia di Metà Novecento

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS: "Finestra dei ricordi. Era l'anno 1952: il libro del pittore braidese Franco Gotta (UmbertisolettiEditore). Siamo nella bella sala conferenze di Casa Balocco a Narzole, e i quadri di Franco Gotta fanno da cornice a questa mostra per la presentazione del suo volume.

“Desidero precisare - commenta Franco Gotta - che oggi miei quadri in mostra in questa bella sala sono solo spettatori, non attori.”

Che significa?” “Desidero soprattutto presentare il mio libro “Finestra dei ricordi. Era l'anno 1952.”

Non ho pretese di essere definito scrittore, con semplicità espressiva, ho voluto parlare non solo di me, ma di tutti noi che abbiamo vissuto il Novecento.

A partire dalla mia infanzia, quando“bella e serena, che pure nella povertà, su quel tavolo non mancava mai ciò che serviva: sia per la colazione, il pranzo e la cena.” (E cita le parole del libro.)

Ho voluto ricordare la fortuna di una generazione, la mia, che ha avuto il privilegio di vivere il periodo più bello di due millenni.

E' vero che gli anni Cinquanta e Sessanta sono stati anni di ristrettezze, ma, non sono mai stati così bui e in miseria come quelli vissuti dalle generazzioni precedenti con la guerra.

Poi con la rapida industrializzazione, abbiamo conosciuto il boom economico, e nel giro di un cinquantennio, siamo passati dall'avere poco all'avere il superfluo, forse anche quel troppo che un po' ci rende schiavi. Dipende dall'uso che ne facciamo.”

E poi tace. Per Franco è già stato troppo parlare di sé.

E' forte il suo desiderio di ricordare un passato, il mondo delle nostre campagne, che non è poi così remoto, e che lui descrive così bene. Perchè l'ha ispirato e con la sensibilità d'artista ne ha colto l'essenza.

Mi avvicino con lui alla tela che raffigura un gallo, il re del pollaio, così fiero e vanitoso, nel mostrarsi con lucenti penne multicolori.

“Cosa rappresenta per te questo quadro?” “E' un nitido ricordo di gioia infantile. Quando, per premio, potevo trascorrere la notte dalla nonna che abitava in campagna. L'appuntamento col gallo era un rito gioioso per me. Tra le quattro e le cinque, il suo chicchirichì salutava la luna che se ne stava andando e il sole che sorgeva. Lo ascoltavo rannicchiato nel tepore del grande letto. Rassicurante. E mi svegliava il profumo del caffè e latte per la colazione.”

E' molto significativa anche la copertina del libro, è un dipinto dell'autore con una figura di spalle, infagottata in un cappotto scuro, mentre si inoltra nella fitta nebbia. E' solitudine, è nostalgia del passato? Questo bisogna chiederlo all'autore.

Tuttavia, nell'incognita della nebbia si scorge un pallido sole.

Tra le autorità presenti e il folto pubblico, a un certo punto, c'è un piacevole intermezzo colorato e spettacolare, ci fanno visita i figuranti in pregevoli costumi d'epoca, facenti parte della suntuosa sfilata per la celebre Fiera Napoleonica che si celebra ogni anno.

La mostra nella sala Conferenze di casa Balocco, è visitabile il sabato e la domenica fino al 25 novembre 2018".

Fiorella Avalle Nemolis

(Nelle foto: il pittore Franco Gotta accanto al dipinto, in posa con i figuranti della sfilata Napoleonica a Narzole e la copertina del suo libro)

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