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Migranti a Monterosso: i numeri che cambiano dopo la pacifica protesta

MONTAGNA

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Riceviamo e pubblichiamo: "Gentile direttore, indirizziamo a Lei questa lettera affinché raggiunga in modo capillare tutte le persone con cui in questi giorni abbiamo dialogato e le Istituzioni che hanno preferito scriverci anziché richiedere un confronto diretto. E' a questi ultimi che è indirizzata.

Desideriamo ringraziare la scuola per l’accorata e prolissa lettera che certamente denota un particolare occhio di riguardo nei confronti dei bambini frequentanti la Scuola di Valle, ma ci sentiamo in dovere civico e democratico di replicare, prima di… “levare le tende” di un presidio di protesta nato proprio perché ci sentiamo testimoni attivi e responsabili della storia.

Si asserisce, senza alcuna ombra di dubbio, che per i nostri bimbi “non cambierà niente”. Certamente, dietro una frase del genere, si cela una certezza che non porta in sé il senso vero della storia, perché ogni “flusso umano”, interiore o esteriore, porta mutamento, in senso positivo o negativo, ma cambiamento sì!

I bambini sono da sempre coinvolti, nel bene e nel male, in quella che è la vita degli adulti: nella guerra e nella povertà loro sono certamente in prima linea nel subire le conseguenze di atti ignobili, ma questa è la realtà. Non esiste un mondo dei bambini e uno degli adulti, ma esiste un mondo in cui noi adulti dovremmo prenderci cura dei bambini senza però negare loro, soprattutto nell’età scolastica, il senso della realtà circostante.

Certamente i genitori che si sono esposti in questa protesta” hanno tenuto ben presente tutto questo e possiamo garantire che sarebbe stato molto più comodo dire “non cambierà niente per voi”, ma nel momento in cui si mettono al mondo dei figli ci si assume in toto la responsabilità delle loro vite e della loro educazione. Quindi, è necessario che istituzioni e scuola si fidino delle famiglie: tutti quanti hanno il dovere di camminare insieme, ma anche di non diventare l’una l’ombra dell’altra.

L’avere indetto una "Giornata senza scuola", gesto sicuramente forte e discutibile ed ampiamente criticato su più fronti, è stata una scelta assunta a seguito di una presa di coscienza motivata dagli eventi, per smuovere le coscienze. E qualcosa in modo inconfutabile si è mosso e si sta muovendo tuttora. Siamo realisti, i gesti forti, quelli che “spaccano” l’opinione pubblica, sono quelli che certamente creano momentaneamente una sorta di disagio, ma che fanno sì che a livello istituzionale qualcosa cambi.

E non perdiamo di vista i motivi concreti per cui tutto questo è nato: i numeri iniziali degli immigrati confermati dal Prefetto erano di 100 esseri umani, dopo la protesta siamo scesi al numero di 30 (non sottoscritto da nessuna parte).

Lo abbiamo ripetuto fino allo stremo: accoglienza sì, ma senza speculazione, senza imposizione sproporzionata di numeri nei confronti delle piccole comunità. Vogliamo rispetto per la vita umana, a tutti i livelli.

“Non cambierà niente per voi". Noi non ce la siamo sentiti di dire ai nostri bimbi una frase simile. Né a loro né a noi. E allora abbiamo preferito affrontare la storia. Nella comunicazione si ricorre più volte al termine “paura”: noi di questo non abbiamo MAI fatto una bandiera delle nostra “protesta” e nemmeno abbiamo usato questo termine nel rapportarci con i nostri figli. Noi abbiamo semplicemente preso coscienza della storia, della storia di Monterosso Grana, “cittadina del mondo” e “peculiarità della Valle Grana”: una definizione non deve escludere l’altra.

Breve excursus storico, visto che i flussi migratori sono sempre esistiti: abbiamo chiesto a nonni e bisnonni "ma nell’altro secolo e in quello ancora prima, non esistevano le cooperative? E ci hanno chiesto se il “business” è un piatto tipico americano. Però hanno saputo spiegarci molto bene come sono fatte le persone di buon cuore che hanno accolto gli immigrati, gli esseri umani, senza speculazione.

E, purtroppo, anche sulla questione di trovare un lavoro, sempre molto dibattuta, non è per tutti un dato di fatto. Questo lo attesta la nostra storia, il presente con il numero enorme di famiglie in difficoltà che abbiamo anche qui nel Cuneese. Salutiamo cordialmente sicuri di trovarci ancora con istituzioni e scuola a camminare nella storia con e per i nostri bambini, il nostro futuro".

Comitato spontaneo Valle Grana

 


 

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