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MONDOVI'/ Mercoledì 5 il premio "Dardanello" ad Alessandra Gozzini e Niccolò Mello

MONDOVì

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Manca ormai poco all’attesa cerimonia di consegna del sedicesimo premio giornalistico intitolato alla memoria di Piero Dardanello, storica ‘penna’ monregalese, scomparso nel 2001 e, per 11 anni, alla guida di ‘Tuttosport’.

La giuria, presieduta dall’attuale direttore del quotidiano torinese, Xavier Jacobelli, e coordinata, come di consueto, da Michele Pianetta, ha annunciato gli ingredienti di questa edizione.

Saranno Alessandra Gozzini (La Gazzetta dello Sport) e Niccolò Mello (il Biellese) i premiati 2019 e riceveranno il riconoscimento durante la serata di gala che andrà in scena mercoledì 5 giugno, alle ore 19, nella splendida cornice del salone d’onore del Circolo sociale di Lettura di Mondovì, nel rione di Piazza. 

«A mano a mano che il tempo passa - rileva il presidente della giuria, Xavier Jacobelli - il premio giornalistico ‘Piero Dardanello’ e le iniziative a esso collegate acquisiscono un prestigio e un’importanza che ne legittimano il successo. Piero Dardanello ne andrebbe sicuramente fiero. Soprattutto, per le finalità di un riconoscimento che, in questi anni, ha individuato e premiato individualità di spicco del mondo giornalistico, lanciando in orbita sicuri talenti. Siamo onorati di sostenere il premio ‘Dardanello’ con sempre più entusiasmo e sempre più passione». 

Alessandra Gozzini, cronista de ‘La Gazzetta dello Sport’ al seguito del Milan, si aggiudica il prestigioso premio ‘Dardanello’ 2019 nella categoria ‘nazionale’. «Cronista è la qualifica che più le si addice: per la capacità di trovare notizie e la determinazione nella ricerca. Per senso giornalistico e per passione». Così dice di lei Alessandro Bocci, giornalista del ‘Corriere della Sera’, allievo di Piero Dardanello a ‘Tuttosport’, che conclude la motivazione del premio giornalistico proprio con un riferimento alla grande penna del maestro monregalese: «Giovane, seria, intraprendente. A Piero Dardanello, sarebbe piaciuta moltissimo». 

È, invece, Niccolò Mello ad aggiudicarsi il premio nella sezione regionale: «Mello lavora orgogliosamente in un piccolo giornale come ‘il Biellese’ - scrive nella motivazione Enzo D’Orsi, tra i fondatori del premio ‘Piero Dardanello’ nel 2004 - ed è un professionista eccellente, che spazia dovunque ci sia una notizia da scovare e un pezzo da scrivere. All'attività di cronista, aggiunge quella di scrittore. Un talento precoce, che si è già segnalato per una serie di libri molto interessanti, l’ultimo dei quali rivela l’indole dell’appassionato di storia e di storie». Inoltre, Mello sostiene una tesi cara a molti osservatori ossia, come precisa D’Orsi, che «il modo di interpretare il calcio illustra bene i pregi e i difetti di ogni Paese, al di là persino dei risultati». 

Anche quest’anno, la serata vedrà l’assegnazione di un premio speciale alla carriera, che andrà all’ex campionessa ed ora giornalista Novella Calligaris, la donna che ha rivoluzionato il nuoto italiano. «La sua carriera giornalistica compie il definitivo salto di qualità quando inizia a lavorare per Rai News24, per la quale continua a seguire tutti i più grandi eventi dello sport mondiale, a cominciare dalle Olimpiadi estive e invernali, non come ‘voce tecnica’, ma come cronista. In prima linea e facendo fatica, come quando nuotava, e con uno stile in linea con quello di Piero Dardanello». Queste le parole del giornalista Fabio Monti, premiato speciale del‘Dardanello’ nel 2018 e storica firma del ‘Corriere della Sera’.
«È il turno - scrive il presidente onorario della giuria, Roberto Beccantini, facendo il punto sulla sedicesima edizione del premio - di Alessandra Gozzini e Niccolò Mello. Una cronista e un esploratore di storie. Ruoli che non confliggono, ruoli che, anzi, si completano. Il giornalismo - scritto o televisivo, ponderato o urlato - non può e non deve sottrarsi al paragone con il passato, tanto più proficuo quanto meno artificiale, perché il passato non passa mai: per fortuna o per sfortuna a seconda delle circostanze, degli argomenti, dei protagonisti». 

L’appuntamento, davvero ricchissimo, è quindi per mercoledì 5 giugno, con una serata di grande emozioni, di giornalismo e di sport. Oltre alla premiazione delle firme del panorama giornalistico sportivo, ci sarà anche la consegna del premio ‘Piero Gasco’ a Clara Mondonico, figlia dell’ex allenatore scomparso un anno orsono. 

Inoltre, la serata celebrerà i vincitori della seconda edizione del concorso giornalistico ‘Dardanello Giovani’, quest’anno sul tema ‘La mia pallavolo’, sport che nel Monregalese, e in tutta la provincia di Cuneo, vanta una lunga tradizione. Ancora spazio, poi, ai reporter in erba, grazie alla presentazione della rivista ‘Giornalisti Domani’, che ospita una selezione di articoli e commenti degli studenti che hanno partecipato al progetto ‘A scuola di giornalismo con Piero Dardanello’, dedicato alle scuole secondarie di primo grado della provincia di Cuneo e realizzato con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e di diversi Comuni coinvolti. Infine, tra le novità del 2019, il ritorno di una storica tradizione del giornalismo locale: la consegna del riconoscimento ‘Penne granda’ da parte del settimanale monregalese ‘Provincia granda’. 

I PREMIATI DEL ‘DARDANELLO’ 2019 

Alessandra Gozzini, 35 anni, laureata in Lettere, toscana, è la cronista de ‘La Gazzetta dello Sport’ al seguito del Milan. Appassionata di calcio da sempre, pubblicista dal 2003 e professionista dal 2006, inizia nel 2001 la carriera giornalistica come redattrice del sito www.fiorentina.it, la prima testata on-line a tenere continuamente aggiornati i tifosi viola su tutte le vicende che ruotano intorno alla squadra. Nel 2005, per la competenza mostrata nell’approccio alla professione e nei primi mesi di ‘appostamenti’ e di caccia allo scoop, è chiamata al suo primo lavoro televisivo. L’occasione arriva da Canale 10, allora la televisione privata toscana più seguita della regione.

Il lavoro redazionale comprende anche le dirette tv, con la conduzione dei telegiornali e delle trasmissioni serali. Nel 2005 inizia, parallelamente, la collaborazione con ‘La Gazzetta dello Sport’ e con www.gazzetta.it, dalla sede distaccata di Firenze. Spazia dal web, alle riviste, fino alla tv e alla radio dove è co- conduttrice di ‘ViolaGol’ su Radio Fiesole.

Dal 2009 al 2010 aggiunge al curriculum l’esperienza nell’ufficio stampa della Fiorentina, con delega specifica al canale tematico del club. Nel 2010 è a Milano, grazie all’opportunità che le è offerta da Sky Sport 24 e arriva, così, il debutto sui canali nazionali. Nel 2012 il definitivo ritorno in ‘Gazzetta’, stavolta nelle sede centrale del giornale. Impegnata nelle cronache di tutto il calciomercato, dal 2014 si dedica alle vicende del mondo Milan. 

Niccolò Mello è nato nel 1982 a Biella. Appassionato di sport e in particolare di calcio fin da piccolo, adora scoprire e raccontare storie inedite. Inizia a collaborare con il bisettimanale ‘il Biellese’ negli anni del liceo. Nel 2005 e nel 2006 lavora al quotidiano sportivo nazionale ‘Tuttosport’.

A ottobre 2006 viene assunto dal giornale ‘il Biellese’, in qualità di redattore sportivo, e nel 2009 diventa giornalista professionista. Negli ultimi anni, oltre che di sport, si occupa anche di cronaca, storia e attualità. La passione per la storia del calcio è cresciuta fino all’idea di aprire un blog: http://rovesciatavolante.blogspot.com.

Cerca fin da subito di dare al blog un taglio unico e diverso, così inizia a guardare nel tempo libero vecchie partite disponibili in rete, pubblicando poi la cronaca e le pagelle dei giocatori. Al momento ha già visionato centinaia di match dagli anni ‘50 agli anni ‘90 di varie competizioni, dai Mondiali ai campionati nazionali, dalla Coppa Campioni alle altre coppe internazionali, dalla Coppa America agli Europei, dalla Libertadores all’Intercontinentale.

Intanto comincia a scrivere libri con la casa editrice ‘Bradipolibri’: ‘Salvate il soldato pallone’ dedicato a 11 coppie di calciatori coinvolti nella Seconda guerra mondiale; ‘Quando il calcio era Celeste’ sull’Uruguay degli anni ‘20, la prima squadra che dominò il mondo; ‘Stelle di David’, che racconta di come il genio ebraico ha rivoluzionato il calcio.

Nelle sue opere, intende unire l’amore per la storia e quello per il calcio perché fermamente convinto che l’evoluzione del modo di giocare che si sviluppa all’interno di un Paese sia strettamente connessa alla cultura, alla mentalità e alla storia di quel Paese. 

Novella Calligaris è la donna che ha rivoluzionato il nuoto italiano. Di origini triestine, ma nata a Padova nel 1954, comincia la sua avventura in piscina, seguendo il fratello Mauro e a 13 anni e mezzo è già in Nazionale, dopo aver vinto il primo titolo italiano.

Esile (1,63 centimetri per 45 chili), allergica al cloro e costretta a indossare costumi troppo larghi per lei, fa della leggerezza e della tecnica i punti di forza contro avversarie spesso ipertrofiche (soprattutto quelle della Germania Est). Il suo allenatore, Bubi Dennerlein, lavora per esaltare le caratteristiche naturali di questa ragazza già così brava, grintosa, determinata, che si è rivelata nel 1967 ai campionati giovanili di Genova.

Non vorrebbe portarla ai Giochi di Città del Messico del 1968, per continuare il percorso di crescita, ma deve accettare la decisione del presidente del Coni, Giulio Onesti, che la vuole a tutti i costi in squadra. Novella chiude la sua prima Olimpiade con un dodicesimo posto nei 400 stile libero. Nel 1969, stabilisce con 9’38” il record europeo degli 800 stile libero (21 i primati continentali in carriera, 74 quelli italiani), gara nella quale conquista la medaglia di bronzo all’Europeo del 1970.

È ai Giochi di Monaco 1972 che regala al nuoto italiano le prime tre medaglie olimpiche della sua storia, in una settimana esaltante, che renderà la Calligaris popolarissima. Un anno dopo, nella prima edizione del Mondiale, che si celebra a Belgrado, conquista la medaglia d’oro e il record mondiale degli 800 s.l. (8’52”97). La sua carriera si conclude nel 1974, all’Europeo di Vienna, con il bronzo nei 400 s.l. e l’argento negli 800 s.l. Per la Calligaris, che si ritira prima di compiere vent’anni, inizia una nuova carriera, quella di giornalista. Nel 1976, Tito Stagno la chiama a condurre la ‘Domenica Sportiva’, edizione estiva.

È, invece, Mario Gherarducci a convincerla a scrivere per il ‘Corriere della Sera’, dove lavora fino al 1991. Compie, infine, il definitivo salto di qualità quando inizia a collaborare con Rai News24, per la quale continua a seguire tutti i più grandi eventi dello sport mondiale come cronista.

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