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Litigano su tutto a Roma e in Sicilia mentre a Cuneo e nel resto d'Italia ci hanno nauseati

ALBA

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BRUNO MURIALDO - Sono un Italiano deluso, uno dei tanti artigiani che si alza al mattino presto per lavorare fino a sera tardi, fino a quando il lavoro chiama. Sono anche uno di quelli che chiuderebbe bottega domani se non fosse che ho insieme una giovane collaboratrice molto brava e mi sento responsabile del suo futuro e quello dei suoi figli.

Ho dato allo Stato, per molti anni, il sessanta per cento del guadagno e non sarebbe nulla se ogni giorno non leggessi che qualche mascalzone ha razziato i nostri guadagni, e non sarebbe tanto se avessimo una classe politica che si occupa dei nostri problemi.

Invece ci umiliano con le loro guerre intestine, con i loro affari personali, con le loro beghe di partito. Un brutto esempio lo abbiamo avuto con le elezioni siciliane, un quadretto degno del teatro dei “pupi”, dove mancavano soltanto le spade! Poi ne avremmo viste di tutti colori.

Oggi, come se non bastasse, i vincitori si scoprono divisi in fazioni dove tutti sono vittoriosi. Il paese è stanco e sfiduciato, tanto che la partecipazione democratica al voto si assottiglia sempre di più, insieme alla sfiducia per la politica.

In tutto questo marasma a pagare è quell’Italia silenziosa fatta di lavoratori, di artigiani, di giovani che stanno perdendo la fiducia in questa nazione, giovani che hanno paura di non poter dare ai loro figli un futuro degno e una storia bella da raccontare.

Bruno Murialdo 

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