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"Langhe, Mari, Orizzonti": i maestri del Novecento celebrano l'anima dell'Alta Langa

ALBA

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CUNEO CRONACA - Nel cuore della primavera, quando le colline dell’Alta Langa si fanno pittura esse stesse, si compie un ritorno che ha il sapore dell’inevitabile: "Langhe, Mari, Orizzonti" non è semplicemente una mostra, ma un atto di memoria e visione. Un rito di bellezza che celebra il legame profondo tra arte e paesaggio, tra genio e terra, tra gli orizzonti dell’anima e quelli della Langa.

Dal 18 maggio al 29 giugno, la storica Galleria Angelo Galeasso di Alba, in collaborazione con il Comune di Bossolasco, presenta una rassegna espositiva di eccezionale rilievo: oltre trenta opere di maestri che hanno segnato la pittura italiana del Novecento – Enrico Paulucci, Francesco Menzio, Guido Botta, Gianni Pascoli, Beppe Gallo, Walter Accigliaro, Giorgio Borgogno – saranno esposte là dove, per alcuni di loro, tutto ebbe origine. L’esposizione sarà inaugurata sabato 17 maggio alle 17, presso l’Ex Confraternita dei Battuti Bianchi a Bossolasco, con un evento aperto al pubblico e alla stampa, alla presenza dei curatori, delle autorità e dei protagonisti del mondo culturale piemontese.

Il paesaggio – non semplice veduta, ma visione interiore – è il fulcro tematico della mostra. Le Langhe, con i loro profili morbidi, i silenzi eloquenti, la luce che muta col respiro delle stagioni, sono le vere protagoniste. E accanto a esse, le marine di Paulucci – visioni del Mediterraneo noncome luogo fisico, ma come orizzonte poetico – testimoniano i passaggi continui tra Torino e laRiviera, con l’Alta Langa come snodo privilegiato di riflessione e ispirazione.

Bossolasco non fu solo sosta, ma laboratorio d’anima: Francesco Menzio, che qui visse lunghi anni con la famiglia Cabutti, trasformò il borgo in un centro della sua opera. Enrico Paulucci, compagno d’avventure pittoriche, ne fece crocevia nei suoi transiti artistici. L’Ex Confraternita dei Battuti Bianchi, custode di spiritualità antica, oggi si trasfigura in tempio della memoria visiva.

Fondata nel 1961, la Galleria Angelo Galeasso è la prima galleria privata di Alba, una delle più longeve del Piemonte. Nata dalla visione di Angelo Galeasso, promotore instancabile della pittura piemontese e nazionale, è oggi guidata con dedizione e intelligenza dal figlio Adalberto, con l’aiuto in questa speciale occasione del nipote Aimone Karol, eredi e artefici di un percorso che continua a generare luce.

Adalberto Galeasso afferma: “Non esponiamo semplicemente opere: riaccendiamo presenze. Portare questi maestri a Bossolasco non è un atto curatoriale, è un dovere morale. È qui che le loro visioni sono nate, ed è qui che devono tornare a risplendere".

Elisa Casetta, Vicesindaco di Bossolasco, dichiara: "Questa mostra è la prova che anche un piccolo borgo può farsi faro. Quando la cultura e labellezza tornano nei luoghi che le hanno generate, il territorio si eleva. Bossolasco li accoglie non come ospiti, ma come testimoni di un legame profondo: qui dove la loro arte ha trovato respiro, oggi torna a farsi presenza".

L’esposizione sarà aperta tutti i giorni, dalle ore 11 alle 19, con ingresso gratuito. Ogni giorno, i visitatori potranno vivere un’esperienza immersiva, grazie alla presenza deicuratori, custodi delle storie, delle tecniche, delle visioni che animano le opere. Sarà un cammino dentro l’arte, guidato da chi l’ha custodita e coltivata per generazioni.

GLI ARTISTI IN MOSTRA

Enrico Paulucci (1901–1999)

Pittore e incisore genovese, trasferitosi nel capoluogo piemontese con la famiglia nel 1912, fu tra ifondatori del celebre Gruppo dei Sei di Torino che rivoluzionò l’arte italiana tra le due guerre, rompendo con l’accademismo e aprendo la strada a un linguaggio più lirico e coloristico. Le sue celebri “marine” sono sintesi luminosa di una visione poetica della natura. Nei suoi viaggi da Torino alla Liguria passava spesso da Bossolasco, lasciandosi suggestionare dai colori e dai silenzi dell’Alta Langa.

Francesco Menzio (1899–1979)

Altro protagonista del Gruppo dei Sei, artista colto e raffinato, fu vicino ai grandi intellettuali del tempo. Dopo Parigi e Roma, scelse Bossolasco come rifugio dell’anima e centro del suo lavoro. Lìvisse a lungo con la moglie Ottavia Cabutti – figlia del pittore Filippo Cabutti – e vi è tutt’oggi sepolto. La sua pittura è un equilibrio perfetto tra introspezione e paesaggio, tra figura e struttura.

Guido Botta (1921–2010)

Pittore alessandrino, formatosi a Torino, presso lo studio del pittore Cesare Maggi, fu legato a Menzio e profondamente ancorato al suo territorio. Le sue vedute delle Langhe e i suoi ritratti intimicustodiscono lo spirito di un’epoca di passaggio tra la pittura moderna e le radici popolari. Ebbe rapporti stabili con la Galleria Galeasso sin dagli anni Sessanta.

Gianni Pascoli (n. 1952)

Artista savonese con origini friulane, ha alle spalle una formazione classica, avendo frequentato l’Istituto d’Arte di Acqui Terme, l’Accademia di Firenze e quella di Brera, dove ha conseguito lalaurea. Si è dedicato totalmente alla pittura - artista puro nella vita e nell’animo - esplorandodiverse tecniche, con predilezione per l’olio e l’acquerello. Tra i suoi soggetti prediletti troviamodelicati ritratti, paesaggi - dal mar ligure alle langhe - e strumenti musicali.

Beppe Gallo (n. 1942)

Pittore e incisore, attivo tra Torino e la Langa, nativo di Castagnole delle Lanze, compie gli studi presso il liceo classico di Alba ed espone i primi lavori alla Galleria Galeasso. Come scrive Angelo Mistrangelo, “dipinge con un’impostazione impressionista che gli consente di cogliere e tradurresulla tela le vedute [...] delle Langhe”. Nei suoi paesaggi si percepisce il legame autentico con laterra e la sensibilità sociale di chi l’ha vissuta intensamente.

Walter Accigliaro (n. 1950)

Nato ad Alba. All'Accademia Albertina ha avuto come insegnanti Paulucci, Saroni, Calandri e Franco. Docente all’Istituto Statale d’Arte di Asti per tanti anni, ha pubblicato saggi e libri redatti anche con altri autori. Ha partecipato a esposizioni a partire dal 1969, in Italia e all’estero. CitandoEdoardo Di Mauro: “I suoi lavori sono complesse stratificazioni materiche che, da ultimo, sembraabbiano acquisito uno stato di maggior quiete, riallineandosi ad una composizione di più accentuata regolarità astratta [...].

Giorgio Borgogno (1937–2014)

Albese, acquerellista delicato, formatosi sotto l’esperta guida del novellese Oreste Tarditi. Da unafrase del critico Carlo Morra, “Credo che [...] si debba sottolineare la coerenza del suo modulo espressivo che si è venuto facendo via via più raffinato [...].” I suoi soggetti sono abituali, famigliari: le Langhe nelle varie stagioni, scorci di paesaggio, angoli di paesi noti e meno noti, composizioni floreali

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