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Filippo da Bra a New York per dire all'Onu cosa pensano i giovani

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Il braidese Filippo Losito, tra cinquemila studenti di tutto il mondo, ospite alla sede dell'Onu.

Filippo Losito, allievo del Liceo Giolitto Gandini di Bra, in provincia di Cuneo, la cui diregente è la professoressa Francesca Scarfi, quest'anno è stato scelto, assieme ad altri studenti, per fare un'esperienza piuttosto insolita: nel mese di marzo, in volo verso New York, per “Studenti Ambasciatori delle Nazioni Unite”.

Filippo è un ragazzo diciottenne, spigliato, estroverso. Ha aderito con entusiasmo a questo progetto ed è conscio della sua importanza.

“Raccontami di questa singolare esperienza...”

“Questa iniziativa prevedeva il passaggio di un test in inglese, ovvio, c'erano più di cinquemila studenti provenienti da tutto il mondo. Il progetto era in sostanza una simulazione di ciò che avviene a New York nella sede dell'Onu, ossia della Nazioni Unite".

“Cosa prevedeva il corso di formazione e chi vi impartiva le lezioni?”

“Le lezioni sono state dieci in tutto e della durata di quattro ore ciascuna. Piuttosto impegnative. La prima parte del corso in italiano, prevedeva informazioni sull'Onu. Nella seconda, in lingua inglese, ci fornivano le regole di procedura e approfondimento sulle tematiche fondamentali trattate in sede Onu. Apprese queste nozioni, abbiamo trascorso una giornata a Verona, dove a cura dello Staff didattico e dei docenti dell' Italian Diplomatic Academy, abbiamo simulato cio' che sarebbe avvenuto a New York. E' stata una formazione determinante. Ci ha preparati anche psicologicamente, oltre che a impadronirci dei termini tecnici trattati in lingua inglese. Quindi l'occasione di mettere in pratica le nozioni teoriche apprese. Ad ogni scuola che partecipava, venivano assegnati alcuni stati. Al nostro Liceo sono stati assegnati il Ciad (stato Africa centrale), il Mozambico (stato Africa Orientale) e il Mali (stato dell'Africa sahariana). Lavoravamo in coppia nella commissione denominata “Disec” che si occupava del trasporto di armi. Col mio compagno di scuola Matteo Stroppiana ci siamo preparati per conto dello stato del Ciad. Per affrontare due tematiche: la guerra nello Yemen e l'esportazione e l'importazione illegali delle armi. Problema di vaste proporzioni. Tema che ha richiesto, durante le vacanze di Natale, impegnative ricerche internet, per redigere la position paper, che è un documento di sintesi, che illustrava, nel nostro caso, la posizione dello stato del Ciad per la tematica da affrontare.”

“La funzione della position paper?”

“Intanto è stata redatta tutta in lingua inglese ed è servita a simulare ciò che realmente si dibatte nella sede Onu. Quindi comprese le regole di apertura e chiusura dei dibattiti.”

“Quindi l'esperienza di simulazione è avvenuta in due tempi: nella fase di formazione in Italia, e poi nella fase di simulazione a New York.”

“Precisamente. Nel soggiorno a New York, le simulazioni sono avvenute nelle sale dell'hotel Hilton dove eravamo alloggiati.”

“Quindi la simulazione ufficiale nel palazzo di vetro dell'Onu, quando è avvenuta?”

“L'ultimo giorno. Ed è stato bellissimo. Eravamo in 5000 studenti e più, provenienti da tutte le parti del mondo, in quella grandissima sala, dove si riuniscono veramente i deputati dell'Onu. E' una sala imponente che ben rappresenta l'importanza di ciò che vi si svolge. Sala che per l'occasione è stata riservata solo per noi. Quindi, grande emozione, e un senso di appartenenza e di unione con tanti stati del mondo. La sensazione di prendere parte a un evento straordinario. E, oltretutto nelle vesti di un diciottenne! Un privilegio che non capita due volte nella vita".

“E l'impatto con New York?”

"Nel secondo giorno di permanenza c'è stata l'allerta per la bufera di neve. A New York è molto ben gestita. Comunque era molto suggestiva la città innevata".

“Quanti italiani eravate?”

“Circa 500, di cui un gruppo di trenta tra braidesei e albesi. Eravamo tutti e 5000 alloggiati all' Hilton. L'esperienza, già di per sé come progetto è stata più che interessante. Per di più, calata in un contesto come New York, ha assunto ancora più valore. Grazie all'opportunità di trovarci in una metropoli multietnica, e percepirla con gli occhi di un diciottenne. Indimenticabile. Irripetibile".

Fiorella Avalle Nemolis

(Nelle foto, la Sala della sede delle Nazioni Unite; da sinistra Matteo Stroppiana, Simone  Sansoldo, Filippo Losito, Umberto Gallo)

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