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Italia e terremoti: le "furbate" altrui e chi rispetta le regole come qui da noi

CUNEO

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PIERCARLO BARALE - Qualche anno fa, un evento eccezionale, di natura alluvionale, colpì la Costiera Amalfitana. Molti fabbricati abusivi avevano contribuito ad aggravare le conseguenze dell'evento con scavi e cemento dove nulla avrebbe dovuto essere modificato non solo per il particolare pregio estetico, ma per la staticità dell'intero versante.

Molti proprietari delle case danneggiate o demolite dall'acqua e conseguenti frane ebbero il coraggio di chiedere contributi per la ricostruzione, o comunque un indennizzo per il danno patito. Alcuni politici li supportarono, sostenendo che ne avevano diritto, quali vittime di un evento eccezionale.

Ma più singolare fu la tesi, da alcuni sostenuta, che la responsabilità era delle amministrazioni comunali che non avevano impedito le costruzioni, trattandosi di aree non edificabili. Sicchè - se ne deduceva - i comuni avrebbero dovuto, a disastro avvenuto, risarcire gli abusivisti che - a suo tempo - non si erano visti bloccare i lavori già dall'inizio, in violazione della normativa. Tale ragionamento - meglio forse sragionamento - mi era stato sottoposto in qualche caso di opere edilizie abusive anche da noi.

Accingendomi - quando facevo l'avvocato - a cercare qualche motivo da sottoporre al giudice amministrativo e penale, ovviamente non lo avevo condiviso. Mi vennero in aiuto provvidenziali condoni, mai però estesi alla totale abusività in aree vincolate o fabbricati di particolare pregio.

Ad Ischia, proprio nel luogo distrutto dal sisma del 1883, una scossa di modesta intensità, intorno al quarto grado - forse arrotondato in eccesso - ha quasi distrutto lo stesso comune. In Giappone, con tutte le costruzioni antisismiche per disposizioni legislative scrupolosamente osservate, un sisma quale quello di Ischia non avrebbe suscitato allarme. Sarebbe stato registrato, come avviene per le scosse di ogni giorno.

Siamo vicini alle elezioni politiche, quindi non ci stupiremmo se qualche aspirante per lamentare, per accaparrarsi voti da terremoto e abusivismo, si facesse promotore non solo del condono - ovviamente gratuito - per i fabbricati abusivi finora edificati in Campania, Sicilia e così via. Tutto già visto.

Ci sarà chi andrà ben oltre, proponendo di risarcire o indennizzare - dipende dall'impostazione giuridica - i proprietari dei fabbricati abusivi danneggiati o crollati. Più o meno quanto già si è visto per la Costiera Amalfitana. In osservanza del normale utilizzo del diritto e della giustizia, la Procura di Napoli pare seguire ben diversa impostazione.

Gli abusivisti possono essere qualificati responsabili di disastro ed omicidio colposo. Ne consegue che, anzichè vittime delle conseguenze del sisma, potranno essere qualificati responsabili, in prima persona della costruzione abusiva crollata e delle conseguenze di natura civile e penale verificatesi.

Tale ipotesi appare logica e condivisibile, estensibile anche a tutti gli amministratori pubblici, che tale scempio non hanno evitato e non hanno proceduto alle demolizioni, da anni ordinate dall'autorità giudiziaria proprio nell'inadempimento di chi ne era tenuto, sindaci in primo luogo.

C'è ancora una considerazione da operare. I realizzatori delle costruzioni abusive in zone da sempre conosciute come sismiche, poco si curano del rispetto della normativa antisismica, del calcestruzzo armato e delle normali regole edilizie. L'importante è arrivare al tetto, infischiandosi delle fondamenta, della staticità e della corrispondenza dei materiali alle modalità costruttive previste da leggi e regolamenti, nonchè della pianificazione urbanistica.

Chi edifica abusivamente in zone vietate e senza il rispetto della normativa antisismica e sul calcestruzzo armato, espone sè, la propria famiglia, gli eventuali conduttori od occupanti, al rischio di morti in caso di non infrequenti - ma addirittura ricorrenti - eventi sismici.

Finora gli edifici abusivi erano considerati - in alcune regioni italiane - una furbata ben riuscita, senza pagare progetti, direzione lavori, oneri, tasse presenti e future, accatastamento, IRPEF e tasse locatizie. Ci si domanda come tantissimi fabbricati abusivi possano avere ottenuto od ottenere di fatto allacciamenti ad acquedotto, fognatura, energia elettrica.

Le regole, invece, sono osservate - come è sempre avvenuto - nella nostra provincia, da privati, costruttori, amministratori pubblici, progettisti e direttori dei lavori. Dove così finora non è stato, come ad Ischia, in Campania e Sicilia soprattutto, dalle furbate da imitare, si è ora passati ai disastri ed omicidi colposi, anche per un relativamente modesto sisma.

Piercarlo Barale

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