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Il No di Rifreddo alla gestione associata imposta dalla legge

SALUZZO

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Rifreddo unico comune montano in Piemonte a non aver aderito alle gestioni associate. Il sindaco: “Una battaglia che portiamo avanti dal 2014 e che a livello nazionale ha scongiurato la soppressione dei piccoli comuni e che in Regione ci auguriamo porti alla revisione dell’attuale Legge Regionale”.

Il comune di Rifreddo è l’unico comune montano del Piemonte a non aver ancora ottemperato alla Legge Regionale che prevede l’obbligo per i piccoli centri della gestione associata delle funzioni montane.

Ovviamente non si tratta di una dimenticanza ma di una battaglia che gli amministratori del piccolo comune portano avanti dal 2014 considerando la norma una delle tante che cercano di far sparire i piccoli comuni. “Noi - ci spiega il sindaco Cesare Cavallo - non siamo per principio contrari alle gestioni associate. Anzi riteniamo che in alcuni settori come Protezione Civile, Catasto, Servizi sociali e Gestione rifiuti sia un'ottima soluzione.

Quello che non condividiamo è l’idea che tutti i servizi debbano essere gestiti in forma associata indipendentemente dall’efficacia e dall’efficienza degli stessi al solo scopo di svuotare i piccoli comuni delle loro funzioni. Voglio essere più chiaro e fare un esempio. Se si prende l’attuale Legge Regionale del Piemonte si può agevolmente notare che vengono finanziate esclusivamente le Unioni mentre chi gestisce servizi con la forma della Convenzione non ottiene sostanzialmente nulla.

Un fatto che avviene indipendentemente dal risultato gestionale e di contenimento dei costi e che porta al paradosso di finanziare tranquillamente un'Unione inefficiente che spreca risorse e si penalizza una Convenzione che ottiene ottimi risultati. Una scelta ideologica che si commenta da sola e che è frutto di un ben preciso disegno: quello di creare Unioni che piano piano fagocitino i piccoli centri”.

Una battaglia che a Rifreddo portano avanti su due fronti quello nazionale quello regionale. Nel primo caso i risultati sono buoni, infatti, l’obbligo della gestione delle funzioni fondamentali è stato nuovamente rinviato e sembra ormai prossima la revisione della normativa con la discesa da nove a due delle funzioni da gestire in forma associata. Sull’altro fronte, invece, la situazione si è fatta particolarmente tesa con la Regione. Infatti la stessa ha più volte richiamato il piccolo centro della Valle Po al rispetto della normativa regionale, inviando lettere, diffide e quant’altro ma per adesso non è riuscita a “convincere” i riottosi amministratori rifreddesi.

Uno stallo che teoricamente la Regione potrebbe superare attraverso il potere sostitutivo nominando un commissario ad acta ma che evidentemente non è di così semplice attuazione visto che a Rifreddo un atto per aderire ad una forma di gestione associata il Consiglio l’ha approvato. “In conseguenza delle nostre idee e della Legge Regionale - aggiunge il primo cittadino rifreddese - noi abbiamo manifestato la volontà di aderire ad un Unione per le funzioni montane. Purtroppo questa nostra intenzione non ha potuto realizzarsi perché ci è stato detto che o mettevamo insieme tutto o non se ne poteva fare nulla.

Ne consegue che la Regione non ci può dire che non abbiamo scelto. Un fatto che unito alla formulazione piuttosto bizzarra del dettato normativo regionale sulla nomina del Commissario ad acta rende a nostro avviso impraticabile il potere sostitutivo”. Considerazioni quelle di Cesare Cavallo che certo sono opinabili e che la Regione certamente non condivide ma che qualche peso devono pur averlo visto che la situazione è ancora in fase di stallo.

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