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"Ho romanzato un anno fa su leader urlanti e bandiere gialloverdi nel 2019..."

ALBA

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TERESIO ASOLA - Quando l'attualità supera la finzione narrativa. Nel mio romanzo distopico Munscià (settembre 2017) scrivevo, riferendomi a scenari immaginati troppo prudenzialmente tra 2019 e 2033:

(...) Poi, in un passato non collocabile di preciso nel tempo essendo banditi l’analisi politica e l’approfondimento storico, ma secondo fonti di Nemonet attorno al 2019, arrivò il governo del movimento del Nemolok (abbreviato in Nemo). Esso portò al potere leader urlanti, nuovi apparati, bandiere gialloverdi con stelle e pianeti e slogan urlati a gran volume da altoparlanti a ore fisse nelle vie, nelle piazze e nelle aziende di tutto il Paese come preghiere di un muezzin: “No tasse; Armi per tutti; Rottamare i vecchi; Rottamare la storia; Rottamare le storie; Rottamare le memorie; Rottamare i libri; Rottamare chi ha governato; Rottamare chi ha avuto un incarico dirigenziale; Via i ladroni; Onestà onestà; Fuori i migranti”.

Conquistate le poltrone, sparirono gli slogan relativi a tasse, precedenti governanti e onestà. Nessuno ricorda il viso del capo del Nemolok. Dopo l’elezione, a seguito di una campagna basata su slogan urlati in piazza e in rete, promesse irrealizzabili e una minaccia più volte ripetuta scuotendo la zazzera rossa («Riconoscerò il vincitore di questa contesa nel nome dei sacri valori della democrazia... se sarò io»), egli ha preferito, a differenza dei despoti precedenti, farsi rappresentare in pubblico dal solo dispiegarsi dei suoi apparati di polizia e burocrazia, dai blog propagandistici del Nemopensiero sulla rete Nemonet: il suo incontrastato regno, dove si designano i Nemoparlamentari.

All’inizio del 2032, l’anno scorso, sistemate un po’ di cose, il Nemo incominciò a dar fuori il suo odio per libri, storie e sogni, prima subdolamente manifestato. (...)

Teresio Asola

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