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Governo "neutrale?" No, all'ultimo minuto riecco la coppia Di Maio-Salvini

CUNEO

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PIERCARLO BARALE - Agli elettori meridionali Di Maio aveva promesso il reddito di cittadinanza - 1.000 euro al mese a 10 milioni di cittadini, nella versione originaria: costo 100 miliardi ogni anno. Nel balletto con Salvini per diventare premier - o io o nessuno - l'impegno era stato annacquato. Così come l'abolizione della legge Fornero era diventata un aggiornamento opportuno e di modesto costo. Il referendum sull'euro era stato archiviata. La fedeltà alla Nato confermato. Lo spettro di Putin, protettore di Salvini, abbandonato, con relative garanzie alla preoccupata diplomazia occidentale.

Al damerino incravattato si era data l'immagine di giovane statista. Nonostante l'assoluta carenza di esperienze, idonea istruzione, comprese nozioni indispensabili di storia, geografia e sintassi. Pareva in colloquio costante con l'uomo delle felpe, il duro con i clandestini, compresi quelli fradici d'acqua gelida del Mediterraneo. Quello che aveva promesso di allontanare cinquecentomila irregolari, ponendo mano - per lo meno sulla felpa - alla ruspa.

In una recentissima uscita pubblica era stato fotografato alla guida - ma era ferma e non operante - di tale macchina operatrice, di un padano votante Lega. Dopo il totale fiasco dell'accoppiata vincente con una sceneggiata degna della migliore Napoli, i due leoni della politica nostrana hanno aggiornato il programma proposto finora per assumere il governo. La felpa era stata sostituita da giacca e cravatta, poichè il feroce leghista si era presentato al Quirinale in veste di aspirante premier - anzi, di naturale destinatario di tale incarico, meritato sul campo e come tale eletto dal "popolo sovrano". In barba al dettato costituzionale, che assegna al Presidente della Repubblica l'investitura ed al Parlamento la conferma.

Toccava a lui la carica, come designato dalla lista a suo nome e dagli alleati di coalizione. Qualche piccola formalità e si sarebbe dovuto trovare in sella. L'altro aspirante - anch'egli designato dal popolo sovrano dopo l'indicazione del suo partito - movimento, non attendeva che l'assenso - per lui formale atto scontato e dovuto - dal pazientissimo Mattarella, per correre a Palazzo Chigi. Cacciando l'altrettanto pazientissimo Gentiloni, nell'attesa del sostituto.

Terminato - per fortuna non in tragedia - ma nella consueta farsa all'italiana, il teatrino con i due giovani galletti ruspanti ovunque sui media di ogni colore e tendenza, rieccoli. Non hanno dovuto riprendere una campagna elettorale mai cessata, interrotta soltanto dalla melina, alla quale hanno sottoposto il popolo sovrano, anch'esso pazientissimo. 

Non hanno pensato che il costante decremento delle nascite obbliga all'accoglienza di nuovi lavoratori, che potranno assicurare sviluppo e consumi, compresi i pagamenti delle pensioni, anche ai padani? Salvini, con la vicinanza a Putin preoccupa gli alleati occidentali e la Nato, rischiando di alienarci mercati favorevoli alle nostre esportazioni. E' pacifico che si vive meglio in occidente che nell'area ex Unione Sovietica e che Putin non pare alleato affidabile, plutonio a parte.

Ora Di Maio dovrà dare, ai 10 milioni in attesa del reddito di cittadinanza, i mille euro al mese senza limite di durata. Poichè i beneficiari non troveranno un lavoro di gradimento, saranno quindi destinatari, dopo un quinquennio di attesa del lavoro che non arriva e quindi non può essere rifiutato, di una pensione di cittadinanza. Salvini dovrà ridurre le tasse, abolire la legge Fornero e cacciare 500 mila irregolari presenti in Italia, provvedendo anche a ributtare in mare quelli che si avventureranno verso i nostri porti, finora troppo accoglienti.

Vedremo presto come andrà a finire...

Piercarlo Barale

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