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Giovani in balìa della Blue Whale? Cosa fare

CUNEO

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DANIELA CANGELOSI - Blue Whale, cos'è? E’ una sfida social che indurrebbe i giovani ad intraprendere prove estreme in un determinato lasso di tempo, fino a giungere al suicidio.

A dirigere le operazioni ci sarebbe un “curatore” che guiderebbe i giovani emotivamente fragili. Attualmente la Polizia di Stato sta osservando il fenomeno in Rete e verificando qual è il reale impatto che esso ha in Italia.

Il Blue Whale è aumentato perché se ne parla molto. Cosa reca con sé questa storia? Sicuramente il rischio di generare una vera e propria psicosi collettiva. La divulgazione di informazioni false o poco veritiere è, purtroppo, una consuetudine dei nostri giorni con dei possibili risvolti di pericolosa emulazione.

Le persone più suggestionabili possono essere spinte ad intraprendere questa pratica, sia essa reale o no, più per curiosità, che per una reale motivazione.

La letteratura scientifica ci dice che purtroppo le notizie di suicidio enfatizzate dai media, possono avere una risonanza particolare nelle persone emotivamente vulnerabili; per questo l’OMS, nel 2008, ha pubblicato delle Linee guida “La prevenzione del suicidio: suggerimenti per i professionisti dei Media“, da rispettare, per un “giornalismo responsabile”, che tenga conto della necessità di informare, ma anche delle potenziali conseguenze negative che possono insorgere.

Gli atti autolesionistici negli adolescenti si possono verificare, ma non bisogna riferire tutto al Blue Whale; occorre chiedersi, se chi lo fa è un seguace di questa sfida o in realtà è possibile che, comunque, stia lanciando un grido di aiuto?

E’ importante non sottovalutare i messaggi che i nostri figli ci inviano e cercare di leggerli correttamente per attivare nel modo più rapido possibile i percorsi diagnostici e gli interventi terapeutici più corretti. Saranno poi gli specialisti ad approfondire la comprensione di ciò che sta accadendo.

La scuola è inoltre anche un contesto fondamentale dove attuare prevenzione e sensibilizzazione, contribuendo così ad aiutare le Istituzioni a proteggere i giovani in Rete.

La Polizia Postale e delle Comunicazioni ha pubblicato importantissimi consigli pratici per genitori e ragazzi. Alcuni li riscrivo qui di seguito, mentre invito a visitare il link relativo: http://www.poliziadistato.it/articolo/3859303d1ed8e5a566574486/

PER I GENITORI

• Aumentate il dialogo sui temi della sicurezza in Rete: parlate con i ragazzi di quello che i media dicono e cercate di far esprimere loro un’opinione su questo fenomeno;

• Prestate attenzione a cambiamenti repentini di rendimento scolastico, socializzazione, ritmo sonno-veglia.

• Se avete il sospetto che vostro figlio frequenti spazi web sulla Balena Blu-Blue Whale parlatene senza esprimere giudizi, senza drammatizzare né sminuire: può capitare che quello che agli adulti sembra “roba da ragazzi” per i ragazzi sia determinante;

• Indurre qualcuno a compiere azioni dolorose e pericolose, così come dichiarare emergenze che non esistono, può essere reato: quello che sembra uno scherzo può diventare un rischio grave per chi è fragile o troppo giovane;

• Se vostro figlio sta passando un periodo di forte fragilità, non esitate a confrontarvi con gli specialisti che lo seguono, chiedendo loro quali strategie potete adottare per ridurre il rischio che si lasci coinvolgere nella sfida Blue Whale;

• Se vostro figlio vi racconta che c’è un compagno che partecipa alla sfida Balena Blu-Blue-Whale, non esitate a comunicarlo ai genitori del ragazzo se avete un rapporto confidenziale, o alla scuola se non conoscete la famiglia; se non siete in grado di identificare con certezza il ragazzo in pericolo recatevi presso un ufficio di Polizia.

AI RAGAZZI:

• La sfida del Blue Whale non è un gioco né una prova di coraggio, è qualcosa che attraverso i social può far leva sulla fragilità di alcuni bambini e ragazzi, inducendoli a mettersi seriamente in pericolo: non contribuire a diffondere questo rischio;

• Nessuna sfida con uno sconosciuto o con gruppi di amici sui social può mettere in discussione il valore della tua vita: segnala chi cerca di indurti a farti del male, a compiere autolesionismo, ad uccidere animali, a rinunciare alla vita;

• Ricorda che anche se ti sei lasciato convincere a compiere alcuni passi della pratica Blue Whale, non sei obbligato a proseguire: parlane con qualcuno, chiedi aiuto, chi ti chiede ulteriori prove cerca solo di dimostrare che ha potere su di te;

• Se conosci un coetaneo che dice di essere una Blue Whale parlane subito con un adulto: potrebbe essere vittima di una manipolazione psicologica, di una suggestione e il tuo aiuto potrebbe farlo uscire dalla solitudine e dalla sofferenza;

• Se qualcuno ti ha detto di essere un “curatore” per la sfida Blue Whales sappi che potrebbe averlo proposto ad altri bambini e ragazzi: parlane con qualcuno di cui ti fidi e segnala subito chi cerca di manipolare e indurre dolore e sofferenza ai più piccoli;

• Se sei stato aggiunto a gruppi whatsapp, Facebook, Istagram, Twitter o altri social che parlano delle azioni della sfida Blue Whale, parlane con i tuoi genitori o segnalalo subito;

• Indurre qualcuno a compiere azioni dolorose e pericolose così come dichiarare emergenze che non esistono può essere reato: quello che sembra uno scherzo può diventare un rischio grave per chi è fragile o troppo giovane;

• In rete come nella vita aiuta sempre chi è in difficoltà.

Dott. ssa Daniela Cangelosi

Psicologa ed insegnante di Scuola Primaria a Cuneo
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