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Tutto quello che sta sotto terra: geologo di Cuneo sui luoghi del sisma

CUNEO

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Piero Adamo, 31 anni, di Cuneo, geologo libero professionista, ci racconta la sua esperienza tra Accumoli e Arquata del Tronto, nelle zone del Centro Italia colpite dal sisma del 24 agosto. Un’attività svolta dall’Ordine dei Geologi del Piemonte, in supporto alla Protezione Civile Nazionale per il censimento danni dei numerosissimi edifici distrutti o danneggiati dal terremoto.

Quanto tempo e in quali luoghi del terremoto sei stato operativo?

"Sono stato inviato per dieci giorni in centro Italia, nei luoghi più colpiti dal sisma. In particolare sono stato assegnato al COC (Centro Operativo Comunale) di Accumoli, dove ho svolto attività di supporto tecnico ed informatizzazione utilizzando uno strumento sviluppato da Arpa Piemonte e messo a disposizione della Protezione Civile per valutare i danni alle strutture".

Cosa ti ha spinto a partire?

"Quando l‘Ordine dei Geologi del Piemonte ha richiesto di partecipare a queste attività ho subito inviato la mia adesione, dal momento che credo sia mio dovere, come professionista, mettere le mie competenze al servizio di chi è stato colpito da una simile catastrofe. La mia adesione è stata accolta anche perché a giugno ho partecipato all’esercitazione della Protezione Civile “Magnitudo 5.5” organizzata a Pinerolo che mi ha permesso di prepararmi a questo genere di esperienza".

Come hai applicato il tuo lavoro da geologo in questa situazione?

"I geologi inviati dagli ordini regionali sono stati impiegati come supporto tecnico nei Comuni colpiti dal sisma. In particolare, dato che impiegano quotidianamente programmi per acquisire e registrare dati utili sul territorio, hanno formato il personale e i volontari nell’utilizzo di questo software. Inoltre, in caso di bisogno, hanno affiancato i tecnici, ingegneri ed architetti, che si occupano di rilevare edificio per edificio, i danni provocati dal terremoto. Ovviamente i geologi si sono occupati di tutta la parte che sta sotto terra!".

Cosa ti ha sconvolto o emozionato e cosa invece hai scoperto del tuo lavoro e di te stesso grazie a questa esperienza?

"Come si più immaginare, sono rimasto molto turbato dalla vista di interi paesi e frazioni distrutti dal terremoto, dal fatto che sia accaduto qualcosa di irrimediabile e grave, da cui si potrà uscire solo con grandissimi sforzi e fatica. Al contrario mi ha emozionato vedere squadre di tecnici, volontari e forze dell’ordine provenienti da tutta Italia alternarsi in turni di parecchi giorni per portare il loro aiuto senza risparmiarsi e dando il massimo, sia sotto il profilo tecnico che umano. Un’atmosfera di solidarietà davvero incoraggiante per il nostro paese e per le popolazioni colpite. Sono tornato pieno di energie per continuare il mio lavoro qui a Cuneo, più consapevole ancora della sua importanza in un Paese così esposto al rischio sismico come l’Italia e che considera ancora così poco il ruolo del geologo".

 

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